Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Stop vendita auto benzina e diesel dal 2035 ma per il clima l’Europa poteva fare di più

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Il Parlamento Europeo ha invece respinto tre proposte molto importanti per il contrasto al cambiamento climatico.

 

di Sandro Angiolini
12 Giugno 2022

Questa settimana i principali media italiani e non hanno riempito le loro pagine con la notizia che il Parlamento Europeo aveva approvato (con buona maggioranza) la decisione di vietare la vendita di nuove auto alimentate con carburanti di origine fossile a partire dal 2035. Il che non impedirà a chi ha già un mezzo che va a benzina o diesel di continuare a guidarlo anche dopo.

È tanto o poco il tempo a disposizione per attivare questa conversione? Non essendo un esperto di motori sospendo il giudizio, ma ricordo che alcune case automobilistiche (tedesche e svedesi, ma ce ne sono anche di altri Paesi) avevano già annunciato da tempo che entro il 2030 tutta la loro flotta di veicoli sarebbe passata all’elettrico. E comunque l’Europa un segnale chiaro doveva darlo.

Forse, tenendo conto che una quota sempre maggiore di persone vive nei centri urbani e non in campagna, è possibile pensare per loro di muoversi usando sempre di più mezzi a due ruote (per esempio le bici elettriche, il cui costo va diminuendo) piuttosto che a quattro.

Quello che invece è stato in buona sostanza trascurato dai media sono state altre tre “non-decisioni” molto importanti per il futuro del nostro clima. Lo stesso Parlamento UE non ha infatti adottato alcune proposte chiave per il pacchetto legislativo della Commissione che avrebbero potuto facilitare la transizione verso una società più sostenibile e contrastare il cambiamento climatico quanto e probabilmente di più rispetto alla scelta fatta sulla vendita delle auto che ho citato prima.

Erano in ballo la riforma del mercato degli ETS (Emission trading scheme, cioè il mercato dei diritti di emissioni di gas serra tra le imprese), l’introduzione della cosiddetta Carbon tax (Carbon Border Adjustment Mechanism, cioè una proposta di tassazione sull’import in Europa di prodotti realizzati ad alta intensità di carbonio – cioè fatti consumando molta energia) e l’istituzione del “Social climate fund” ( un fondo sociale per compensare i soggetti più vulnerabili rispetto alle nuove strette ambientali di Bruxelles). Tutte e tre queste misure sono state respinte e rispedite alla commissione Ambiente della Commissione Europea, che ora dovrà riformularle e, temo, “annacquarle”. Questo grazie al voto dei partiti conservatori presenti nell’Europarlamento. E intanto anche quest’estate toccheremo nuovi record di temperature massime e di siccità…

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.