Rifiuti e riciclo

Sull’Arno al Ponte Vecchio è tornato Seabin, il cestino che mangia le microplastiche

Seabin mangia plastica
Foto Unicoop Firenze

Il dispositivo è uno spazzino galleggiante in grado di catturare i rifiuti che incontra compresi i più insidiosi: quelli che non si vedono.

 

di Iacopo Ricci

FIRENZE – Seabin, il cestino mangia-plastica di Coop e LifeGate, è tornato in servizio a Firenze sotto il Ponte Vecchio. Si tratta di un dispositivo galleggiante che riesce a fermare le microplastiche fino a 2 mm di diametro e microfibre ancora più piccole. Perchè c’è la plastica che vediamo ma soprattutto quella invisibile, molto più subdola. Finisce in mare trasportata dai fiumi, si accumula negli organismi viventi, entra nella catena alimentare e da lì nel cibo che mangiamo.

Il primo e unico Seabin di Firenze aveva debuttato la scorsa estate e per alcuni mesi aveva fatto un buon lavoro raccogliendo tante microplastiche. Ma in ottobre lo si era dovuto togliere dall’acqua a causa dell’allarme piena dell’Arno e delle correnti che avrebbero rischiato di danneggiarlo. In più con le restrizioni anti-Covid era venuta a mancare l’azione di monitoraggio dei canottieri di Firenze, custodi di questo tratto di fiume. Adesso si riparte.

Foto Unicoop Firenze
Foto Unicoop Firenze

“E’ un impegno che abbiamo preso da tempo – spiega Claudio Vanni, responsabile relazioni esterne Unicoop Firenze – con Arcipelago Pulito, dove i pescatori non ributtavano in acqua la plastica che pescavano. Questo è un ulteriore passo. Le prossime tappe sono a metà giugno nel porto di Marina di Pisa e a metà luglio al lago di Bilancino”.

Con il ritorno del Seabin si è svolta alla Società Canottieri di Firenze la tavola rotonda “Un mare di idee per le nostre acque”, organizzata da Unicoop Firenze. Nell’occasione sono state premiate tre persone impegnate per l’ambiente. Il riconoscimento, una barchetta di plastica riciclata, è andato a Giacomo Pietramellara, professore di Chimica agraria all’Università di Firenze, Gianni Fernandes, presidente delle Vele Storiche di Viareggio e a Ivan Dimov, navigatore solitario che dopo aver girato il mare di mezzo mondo per catturare plastica sta pensando di ripartire per una nuova traversata.

Il cestino mangia-plastica: come funziona

Il Seabin è un vero e proprio cestino che galleggia a pelo d’acqua e viene installato nei “punti di accumulo” dove venti e correnti marine tendono a far depositare i detriti galleggianti. Riesce così a catturare i rifiuti, dai più grandi fino alle microplastiche, mentre una piccola pompa espelle l’acqua filtrata. È in grado di lavorare 24 ore su 24, sette giorni su sette, pompa fino a 25.000 litri d’acqua all’ora, è facile da svuotare e da pulire.

Nel Tirreno 7 pesci su 10 hanno mangiato plastica

I dati sull’inquinamento del Tirreno parlano chiaro: nell’arcipelago toscano sette pesci su dieci sono contaminati da plastica e pezzi di tessuti.
Questo emerge dalla ricerca condotta fra il 2019 e il 2020 da Greenpeace in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e Ias (Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino) del Cnr (il Consiglio nazionale delle ricerche) di Genova. E purtroppo la situazione non accenna a migliorare.
Iniziative come quella di Coop e LifeGate non risolvono certo il problema però mandano un segnale importante. Molto dipenderà da un cambiamento radicale delle nostre abitudini e anche delle nostre scelte di consumo.

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