Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Sviluppo sostenibile, sugli obiettivi al 2030 l’Italia fa passi indietro

sviluppo-sostenibile-goals_Toscana-ambiente

Rapporto ASVIS: peggioramento per 6 obiettivi su 17. Per gran parte del mondo politico la sostenibilità sembra più un fastidio che un investimento sul futuro.

 

di Sandro Angiolini
27 ottobre 2025

La notizia a carattere ambientale che vorrei commentare questa settimana viene solo indirettamente dall’estero. Nel senso che si tratta della pubblicazione del rapporto annuale sullo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto agli Obbiettivi generali di Sviluppo sostenibile stabiliti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (detti anche Sustainable Development Goals).

Si tratta di 17 grandi obbiettivi, ognuno riferito a un’area tematica: energie rinnovabili, lotta alla povertà, vita nei mari, etc. E ognuno di essi si basa, a sua volta, su una serie di target più specifici da conseguire, appunto, entro il 2030. In Italia chi cerca di monitorare con attenzione come stanno effettivamente le cose è l’associazione ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile asvis.it ), diretta dall’ex-ministro, nonché ex-presidente dell’ISTAT, Enrico Giovannini; uno con le palle.

Cosa ci dice il rapporto 2025? Che non siamo messi bene: invece di andare avanti, per alcuni importanti aspetti andiamo indietro rispetto agli ultimi anni. In pratica l’Italia rimane ferma invece di progredire nella direzione non solo di uno sviluppo sostenibile in senso ambientale, ma anche in senso sociale.

Per l’Italia, rispetto all’anno precedente, peggiorano infatti sei obiettivi su 17: alimentazione; salute; acqua; disuguaglianze; ecosistemi terrestri; partnership e governance. Otto sono stabili o migliorano solo leggermente: povertà; energia; lavoro; imprese e innovazione; città; economia circolare; ecosistemi marini; pace e giustizia. Solo tre obbiettivi su 17 crescono in modo significativo: istruzione, parità di genere, clima.

Anche l’Europa, rispetto all’anno precedente, va poco meglio. Quattro obiettivi su 17 peggiorano: alimentazione; acqua; pace e giustizia; partnership. Sei migliorano lievemente: povertà; salute; istruzione; lavoro; disuguaglianze; città. Meno male che cinque crescono in modo significativo: parità di genere; energia; imprese e innovazione; economia circolare; clima.

Tutto questo mentre gli Italiani continuano invece a ritenere la transizione ecologica e la tutela ambientale essenziali: il 79% delle cittadine e dei cittadini ritiene che la transizione ecologica porti benefici non solo all’ambiente ma anche all’economia, alle imprese e alle famiglie; sei cittadine e cittadini su dieci si dichiarano preoccupati per gli effetti del cambiamento climatico e per il 51,9% la questione dell’inquinamento dell’aria è prioritaria.

Il fatto è che nella maggior parte del mondo politico attorno continua un’intensa propaganda contro il “Green Deal” e la transizione ecologica, come se fossero responsabili di ogni possibile male economico e sociale. Lo stesso Giovannini, in una recente intervista alla RAI, ha però evidenziato che le imprese che hanno adottato criteri di gestione ecologici sono anche quelle che, nell’ultimo triennio, hanno conseguito risultati economici migliori del 16% rispetto a quelle che non lo avevano fatto.

In sostanza: mentre anche la maggior parte dei Paesi meno sviluppati accresce i propri investimenti in energie rinnovabili e lotta alla povertà noi prestiamo apparentemente credito a chi sostiene che la strada giusta, invece, è continuare a utilizzare fonti di energia fossile più inquinanti e a non toccare il modello di sviluppo attuale che crea (non solo in Italia) crescenti disuguaglianze sociali. Ho dei seri dubbi che la qualità della Vita complessiva riesca così a migliorare…

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link