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“Una parte della Toscana a rischio nucleare, i cittadini vanno informati”

Il porto di Livorno
Il porto di Livorno
Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale mozione di Sì Toscana a Sinistra per messa al bando armi nucleari e corretta informazione da fornire ai cittadini a rischio emergenza.

 

Redazione

Per un’ampia zona della Toscana, che da Livorno arriva a toccare le Province di Pisa e Lucca, il rischio di un’emergenza nucleare non è affatto una lontana eventualità. Occorre esserne consapevoli e fare in modo che la cittadinanza sia correttamente informata.
Su quest’argomento è stata approvata ieri all’unanimità dal Consiglio Regionale la mozione di Sì Toscana a Sinistra presentata da Tommaso Fattori, Paolo Sarti e Francesco Gazzetti, poi sottoscritta anche dalla consigliera Monica Pecori.

Due i punti salienti: la Giunta dovrà attivarsi presso il Governo affinché il Parlamento metta all’ordine del giorno la ratifica, da parte dell’Italia, del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari approvato nel 2017 dall’Assemblea generale dell’ONU.
In secondo luogo, la Giunta viene impegnata a sollecitare i sindaci dei territori a rischio di emergenza radiologica derivante sia dalla presenza di mezzi a propulsione nucleare che dal transito di materiale nucleare, compreso l’uranio impoverito, a fornire tutte le informazioni utili alla cittadinanza per far fronte a eventuali situazioni di pericolo.

Nessuno sa che c’è un’ampia zona della Toscana a rischio emergenza nucleare – dichiarano i consiglieri di Sì Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti – e il fatto che nessuno lo sappia significa che gli abitanti di queste aree non hanno la minima idea di come comportarsi nel malaugurato caso di incidenti e di emergenza radiologica. Eppure la legge prevede che tutti i cittadini a rischio siano informati”.

La principale fonte del rischio è il porto di Livorno, uno dei cosiddetti ‘porti nucleari’ italiani che possono ospitare imbarcazioni militari come sommergibili e portaerei a propulsione nucleare o dotate di armi nucleari. E c’è anche la questione degli armamenti, probabilmente non solo convenzionali, in transito verso la vicina base militare USA di Camp Darby.

Sono cose di cui oggi si parla poco. Ma, anche senza scatenare allarmismi, bisogna sapere esattamente cosa fare in caso di emergenza. I porti che si trovano in condizioni analoghe a Livorno, spiegano i consiglieri, hanno dei ‘piani di emergenza’ che in caso di incidente prevedono l’evacuazione della popolazione oltre un raggio di 50 Km dal luogo dell’evento. Questo vuol dire, nel caso della Toscana, che la popolazione da informare su come comportarsi va oltre i residenti nella città di Livorno per toccare le province di Pisa e Lucca.

Il piano di emergenza esiste anche per Livorno, come vuole la legge. Ma non definirebbe in maniera abbastanza chiara le modalità di informazione preventiva dei cittadini.
La Prefettura ha assicurato che il piano esiste – continuano Fattori e Sarti – ma è di tipo ‘classificato’, quindi segreto, ‘se non per la parte relativa all’informazione della popolazione’, senza tuttavia specificare le modalità di visione di questa parte. Per questo oggi il Consiglio regionale chiede di sbloccare la situazione e in particolare dovranno essere i sindaci, ossia le autorità territoriali di Protezione civile, a divulgare l’informazione preventiva alla popolazione. Ovviamente ci auguriamo che quest’opera di informazione preventiva non debba mai servire ma, se mai dovesse verificarsi un’emergenza, è fondamentale che il maggior numero di persone possibile sappia come comportarsi”.

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