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Ungulati, la Regione non autorizza gli agricoltori a difendersi. L’ira di Coldiretti Toscana

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L’associazione: “Fino all’ultimo giorno del suo mandato la Giunta regionale ha sbattuto la porta in faccia agli agricoltori disattendendo impegni e promesse”.

 

di Gabriella Congedo

Sulla fauna selvatica, fino all’ultimo giorno la Giunta regionale della Toscana ha sbattuto la porta in faccia agli agricoltori disattendendo impegni e promesse, nonostante i ripetuti appelli e la chiara presa di posizione del Consiglio regionale.
È quanto denuncia Coldiretti Toscana a proposito della mancata adozione di una delibera completa del passaggio che autorizzi i coltivatori a intervenire direttamente sui propri fondi per difendersi dagli animali selvatici, cinghiali in primis.

Su questo argomento lo scorso 20 luglio era stata presentata una proposta di risoluzione, sottoscritta dai consiglieri Pd Leonardo Marras, Lucia De Robertis e Ilaria Bugetti, nella quale si chiedeva alla Giunta di “ammettere proprietari e conduttori di fondi rustici, anche non dotati di porto d’armi, ad attuare interventi ecologici come definiti dall’ISPRA e, in particolare, l’installazione di gabbie idonee alla cattura di ungulati sui fondi medesimi”; e ancora di “abilitare proprietari e/o conduttori di fondi rustici dotati di porto d’armi a procedere direttamente all’abbattimento di ungulati previa comunicazione alla Polizia Provinciale o alla Polizia della Città metropolitana di Firenze, al fine di rimuovere il rischio del danno alle produzioni assicurando precise modalità di coordinamento con le stesse autorità amministrative competenti”.

Ma la delibera non ha mai visto la luce. “Evidentemente la Giunta regionale ha dimostrato fino all’ultimo giorno di restare sorda alle denunce di agricoltori e allevatori che hanno subito danni enormi dalle incursioni e dagli assalti divenuti quotidiani della fauna selvatica”, tuona Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.
Bastava prendere esempio dalle altre Regioni, insiste Filippi, “che si stanno muovendo nella direzione di autorizzare gli agricoltori proprietari o conduttori dei fondi vita natural durante a poter abbattere i cinghiali”.

Un provvedimento simile è stato adottato quest’anno dalla Regione Umbria, dove ha naturalmente sollevato le proteste degli animalisti. Si tratta però, spiega Coldiretti, di una procedura prevista fin dal 1992 dalla legge quadro sulla caccia, la 157, a tutela delle produzioni agricole.

Secondo le stime dell’associazione i cinghiali in Toscana sarebbero più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Una proliferazione senza freni che costringerebbe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle campagne e mettendo a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi.
“Non possiamo più transigere – conclude Filippi – con il nuovo Governo regionale si dovrà passare senza indugi dalle parole ai fatti”.

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