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Video: In futuro piante rampicanti-robot in grado di crescere e muoversi

Al via il progetto europeo GrowBot con il contributo dell’Istituto di BioRobotica della Sant’Anna. Robot rampicanti da usare in architettura, urbanistica o archeologia.

 

PISA – Quali sono gli elementi che permettono all’edera, alla vite, alla Clematis di arrampicarsi? Quale è il loro dispendio energetico? E’ possibile costruire robot che si comportano allo stesso modo? Sono queste le domande alla base del progetto GrowBot, coordinato dall’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia e finanziato dalla Commissione Europea. Nel consorzio di ricerca del progetto è presente anche il gruppo di Cecilia Laschi, docente dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. L’obiettivo di Growbot, infatti, è la creazione di robot in grado di arrampicarsi e adattarsi all’ambiente circostante, così come fanno le piante, e che in futuro potranno essere integrati nelle smart cities.

GrowBot sarà coordinato da Barbara Mazzolai dell’IIT, già coordinatrice nel 2012 del progetto europeo che ha dato vita al primo robot pianta al mondo, il Plantoide, capace di riprodurre il comportamento delle radici.
GrowBot si focalizzerà sulle capacità delle piante rampicanti di orientare il proprio fusto su supporti che gli permettono di crescere, vivere e muoversi, grazie a diverse strategie di ancoraggio. I ricercatori creeranno, quindi, robot rampicanti nuovi, che potranno trovare applicazione in ambito architettonico e urbanistico, per integrare e guidare sensori all’interno delle città o per esplorazioni in ambito archeologico.

“Le piante sono organismi viventi affascinanti – dichiara Barbara Mazzolai – di cui sappiamo ancora molto poco. Lo sviluppo di tecnologie che si ispirano al loro comportamento ci permette di ottenere due risultati: da una parte una maggiore comprensione del loro mondo, variegato ed estremamente intelligente, dall’altra l’individuazione di robot, materiali soffici, soluzioni ingegneristiche e fonti di energia innovativi e sostenibili per il nostro pianeta”.

Fonte: Scuola Superiore Sant’Anna

Fonte video: Istituto Italiano di Tecnologia

 

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