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Wwf Italia: “Nessuno può promettere una taglia a chi uccide un lupo”

Wwf Italia: "Nessuno può promettere una taglia per chi uccide un lupo"

“Si tratta di un reato sanzionato penalmente. E chi incita a compierlo può essere denunciato per istigazione a delinquere”.

 

Riceviamo e pubblichiamo la risposta del WWF Italia alle dichiarazioni dell’allevatore Mario Mori, pubblicate ieri sul quotidiano La Nazione di Siena, circa la promessa di premiare chi dovesse rendersi protagonista dell’uccisione di un lupo.

Il Wwf Italia condanna duramente le dichiarazioni di Mario Mori, allevatore di bestiame a San Casciano Bagni (Siena), pubblicate ieri sul quotidiano La Nazione. Promettere una “taglia” per l’uccisione di un lupo non è una semplice provocazione né una sfida, come ha dichiarato il signor Mori, ma un reato sanzionato penalmente. Il lupo è una specie particolarmente protetta dalla legge (legge n. 157/1992, art. 2 e 30) e la sua cattura, detenzione e uccisione sono illegali, oltre ad essere eticamente riprovevoli.

Chi incita a compiere questo reato grave e odioso, infatti, può essere denunciato per “istigazione a delinquere”, un’ipotesi che il Wwf sta valutando con i propri legali. Quanto dichiarato dal Mori è anche offensivo nei confronti di tutti quegli allevatori (come i membri dell’associazione DifesAttiva) che ogni giorno lavorano per garantire una coesistenza pacifica. Per poter ottenere misure di prevenzione e indennizzi sono disponibili fondi pubblici. Inoltre uccidere un lupo potrebbe peggiorare gli impatti sugli allevamenti, destrutturando la struttura sociale dei branchi, come dimostrato da alcuni noti studi scientifici in Europa e Nord America.

Il Wwf chiede alle autorità preposte, in particolare ai Carabinieri Forestali, di attenzionare il caso e prendere gli opportuni provvedimenti, mentre al quotidiano che ha pubblicato la notizia si chiede di porre maggiore attenzione nei confronti di casi come questi, purtroppo non inusuali in alcune zone della Toscana. Per chi fa informazione, poi, usare toni e termini allarmistici come “strage” o “mattanza” è culturalmente sbagliato e potrebbe indurre nel pubblico una percezione del tutto sbagliata sulle abitudini predatorie dei lupi.
L’unica via possibile è la collaborazione tra allevatori, istituzioni pubbliche (per risarcimenti rapidi che comunque vengono elargiti agli allevatori) e associazioni di protezione ambientale.

WWF Italia