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Teatro sociale a Ginestra Fiorentina: uomo, arte e natura nell’azione di 40 performer

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Prove al Salone Arbus (foto Teatro come Differenza)

Sabato 7 giugno “Quello che amo”, l’ultimo appuntamento del progetto artistico rivolto agli utenti dei servizi di Salute Mentale dell’area fiorentina ed empolese.

 

6 giugno 2025

LASTRA A SIGNA (Fi) – Un personale inventario della felicità, un elenco di 50 cose, un piccolo taccuino di pensieri, tracce come briciole di pane di memoria che segnano traiettorie su ciò che gli attori amano. Cinquanta piccoli pensieri che danno sale alla vita, piccole grandi cose che regalano gioia.

Dal contributo di tutti coloro che hanno partecipato ai laboratori di Teatro come Differenza, il coordinamento che opera nel teatro sociale e Arbus attivi anche nell’ambito della salute mentale, nasce “Quello che amosabato 7 giugno (ore 21) al Salone Arbus a Ginestra Fiorentina via Chiantigiana 1/C, per la regia di Paolo BiribòAnna CudìnAndrea Bianca MaraglianoFrancesca SanitàElena Turchi.

Si tratta del terzo e ultimo appuntamento teatrale della stagione che fa parte del più ampio progetto “In Natura”, il nuovo programma 2024/2025 di Teatro come Differenza sostenuto dalla Fondazione CR Firenze nell’ambito del Bando Arte – Attività artistiche e culturali 2024.

Per questa terza e ultima azione performativa “Quello che amo” si ispira al libro dell’antropologa Françoise Héritier “Il sale della vita” in cui torna il trittico uomo arte natura che Teatro come Differenza e Arbus hanno deciso di portare avanti tra il 2024 e il 2025, prima al Circo-lo Teatro del Sale lo scorso novembre con “Natural-mente”, poi al Cantiere Florida a gennaio 2025 con “IN-NATURA-LE”.

Questa terza azione collettiva coinvolge oltre 40 performer: accanto agli attori storici si affiancano nuovi partecipanti, molti dei quali giovani, provenienti dai Servizi dell’area fiorentina nord-ovest (Scandicci) e sud-est (Bagno a Ripoli, Pontassieve, San Casciano), oltre che dell’area fiorentina ed empolese (San Miniato). Tutti hanno condiviso lo stesso percorso laboratoriale in preparazione dello spettacolo “Quello che amo”. Ma ci saranno anche cittadini che, come di consueto negli spettacoli di Teatro come Differenza, alimentano l’azione collettiva con la propria presenza e partecipazione attiva.

Per questo spettacolo – sottolinea Anna Cudìn, tra i registi di “Quello che amo” e conduttrice dei laboratori – abbiamo ricevuto l’apporto di nuovi attori, tutti molto giovani, che si sono uniti al gruppo storico. Sono ragazzi provenienti dai territori di San Casciano, Bagno a Ripoli, San Miniato e Scandicci. In tutto i performer sono più di quaranta e il gruppo giovanile rappresenta il fulcro di questa nuova proposta artistica di Teatro come Differenza”.

Se il progetto nel suo complesso ha visto la partecipazione di tanti soggetti partner, Arbus, Associazione Culturale VersiliaDanza, Associazione culturale Circo-lo Teatro del Sale, Atto Due, Dipartimento Salute Mentale e dipendenze Azienda Usl Toscana Centro, questo terzo e ultimo appuntamento sarà in stretta collaborazione con le associazioni ArbusMi Chiamo Viscardo, Spazio Ipotetico e con il Contratto di Fiume del torrente Pesa, il patto costitutivo del torrente come “paesaggio di vita” sottoscritto da 25 enti locali e altre autorità firmatarie e con il Dipartimento Salute Mentale e dipendenze Azienda Usl Toscana Centro.

Tutto sarà nuovo e diverso nello spettacolo del 7 giugno pur prendendo spunto dalla rielaborazione di due precedenti azioni teatrali: “Il Fiume e la Rosa” e “A volte l’amore non basta”, sul torrente Pesa. Come per i due precedenti spettacoli, anche in questo caso l’opera prende forma e voce dal contatto diretto con la natura e, attraverso la celebrazione delle piccole e grandi cose che regalano gioia, torna a esplorare la connessione profonda che unisce l’essere umano alla Terra.

La Pesa, da cui ha preso avvio il viaggio performativo di Teatro come Differenza e Arbus — che già prima del 2024 aveva affrontato sul torrente il tema del rapporto tra uomo, arte e natura — è ancora lì, a pochi passi dai luoghi dove, il 7 giugno, andrà in scena “Quello che amo”. Ma tutto sarà diverso questa volta, a partire dagli spazi scenici. Non più il torrente Pesa ma la sede di Arbus e Mi chiamo Viscardo che ospiterà le performance degli attori che interpreteranno il proprio personale elenco di piccole felicità: chi esprimerà la gioia del cibo, sarà colto dal pubblico in cucina nel momento della preparazione, chi vorrà ricordare al buio sarà sorpreso in una stanza senza luce, chi leggerà la lista delle cose che ama lo potrà fare davanti agli spettatori.

Anche gli spettatori creeranno il loro spettacolo scegliendo da dove iniziare il percorso di ascolto, dove proseguire e dove fermarsi per scrivere il proprio personale inventario. Ci saranno, infatti, anche postazioni interattive e performative per il pubblico che potrà anch’esso stilare il proprio elenco. All’esterno sulla facciata dell’edificio, verrà proiettato un video con i partecipanti ai laboratori teatrali di Arbus a Scandicci e San Miniato. Attraverso il corpo, i giovani performer hanno cercato di tradurre nell’esplorazione corporea le cose che amano, trasformandole nel loro personale testo.
Per info sui biglietti e prenotazioni: teatrocomedifferenza@gmail.com

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