Secondo uno studio aumentare la vegetazione urbana del 30% nelle città europee eviterebbe in 20 anni quasi 400mila decessi dovuti al calore.
Redazione
20 maggio 2025
FIRENZE – La conservazione e l’espansione delle aree verdi in ambito urbano rappresentano una strategia per attenuare l’impatto sulla salute umana conseguente all’esposizione al calore. A indicare “lo scudo verde” come salvifica difesa per limitare i decessi causati ogni anno dall’aumento delle temperature globali e dalle ondate di calore è uno studio coordinato dalla Monash University di Melbourne (Australia) cui ha partecipato Francesco Sera, docente di Statistica matematica all’Università di Firenze.
Più alberi in città, più vite salvate dunque. Secondo lo studio basterebbe aumentare la vegetazione urbana del 30% nelle città europee per evitare in 20 anni quasi 400 mila decessi dovuti alle temperature eccessive. Un numero ancora maggiore di vite sarebbe stato salvato in Asia. Basti pensare che tra il 2000 e il 2019 il caldo ha causato in media 500 mila decessi all’anno, rappresentando lo 0,91% della mortalità globale sul pianeta.
I ricercatori hanno rilevato statisticamente come l’aumento della vegetazione urbana possa influire sulla mortalità legata al calore. Questi risultati sono stati utilizzati per predire, in oltre 11.500 aree urbane del pianeta, gli effetti di incrementi delle aree verdi in ambito urbano. “Questo è il primo studio a stimare gli effetti del verde urbano sia per quanto riguarda il raffreddamento che la variazione della relazione tra temperatura e mortalità – spiega Sera –. Nello specifico si sarebbero registrati 396.955 decessi in meno in Europa (di cui 37.616 in Italia), 527.989 in Asia, 123.085 in America Latina e Caraibi, 69.306 in Nord America, 35.853 in Africa e 2.733 in Oceania”.
Dai laboratori dell’Università di Firenze è nato inoltre un nuovo metodo per testare le caratteristiche metaboliche delle piante e appurare quali tipologie vegetali potrebbero resistere in ambienti ostili. Lo studio ha messo a punto per la prima volta un reagente capace di tracciare l’attività metabolica nelle cellule vegetali applicandolo su campioni privi di parete cellulare.
Il metodo può essere utilizzato per valutare la tolleranza di una pianta a suoli contaminati da metalli pesanti, la resistenza a variazioni di temperatura, analizzare il consumo di diverse fonti di carbonio e identificare quali specie sono più adatte a prosperare su specifiche tipologie di suolo.
Aggiungi un commento