Il Comitato per l’Eradicazione del cinghiale: “E’ chiara la volontà espressa dai Comuni dell’Isola per favorire l’eradicazione e non i cacciatori”.
26 maggio 2025
ISOLA D’ELBA (Li) – Su una cosa i cacciatori e la loro emanazione istituzionale, gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), hanno ragione: non sono gli unici responsabili dell’infausta introduzione in tempi recenti di cinghiali e mufloni all’Elba. Anche alcune amministrazioni pubbliche hanno sponsorizzato i rilasci in ambiente e non hanno fatto nulla per contenere sul nascere il proliferare di capre inselvatichite a seguito di dismissioni di attività pastorali.
Tuttavia i cacciatori non hanno tenuto conto che adesso è cominciata un’era nuova, perché esistono forze politiche dichiaratamente pro-eradicazione o, a livello nazionale, contro la nuova proposta di legge del governo sulla caccia. Infatti, per quanto riguarda i nostri Comuni, sottolineiamo che finalmente non sono più schierati con gli estremisti venatori, sollecitati non solo dal mondo scientifico per la tutela della biodiversità in pericolo ma sempre più da una vasta fascia della popolazione, stanca di vivere in una situazione di incertezza, devastazioni e pericolo.
Dalle prese di posizione dei rappresentanti dell’ATC, da sempre ferocemente contrari a qualsivoglia ipotesi di eradicazione e ripristino degli equilibri ecologici pre-immissioni degli ungulati, traspare il logico conflitto di interessi in capo a una categoria da sempre privilegiata e politicamente sovrastimata.
Chiunque conosca minimamente la realtà venatoria sa bene che i cacciatori esercitano una gestione conservativa delle specie di interesse venatorio, e in particolare del cinghiale (o presunto tale), sui cui branchi viene effettuata una selezione mirata a conservarne alto il tasso riproduttivo, anche con la destrutturazione gerarchica dei gruppi familiari.
Non solo, dunque, i cacciatori sono i più interessati a che i cinghiali siano presenti sul territorio in numeri funzionali alla loro attività, ma non sarebbero comunque in grado di esercitare un contenimento efficace qualora (paradossalmente) intendessero andare contro i loro stessi interessi, abbattendo il più possibile le popolazioni invasive. Il numero di cacciatori presenti sull’isola e la loro anzianità demografica non sono in grado di realizzare una pressione sufficiente, nemmeno a costo di incidere insostenibilmente sulla frequentazione turistico ricreativa del territorio interno.
Il vero tema, oggi, è la chiara volontà espressa dai Comuni dell’Isola a favore dell’eradicazione. Rimane lontana ma verosimilmente isolata la posizione dell’assessora Stefania Saccardi della Regione Toscana e di chi, nella Giunta (nonché di un Governo nazionale) insiste nel vedere nel mondo venatorio un bacino elettorale d’elezione, nonostante tutti sappiano che esso rappresenti numeri ogni anno più risicati.
Chi rema contro e vuole lasciare tutto com’è in realtà peggiora le cose, immolando un piano di eradicazione condiviso sull’altare di interessi elettoralistici. Le polemiche sono finite, ai cittadini interessa lavorare per la biodiversità, l’agricoltura e la sicurezza e non finanziare all’infinito poco efficaci azioni di contenimento per le pretese ludiche di una sparuta minoranza.
Comitato per l’Eradicazione del cinghiale sull’Isola d’Elba
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