Merito del cambio di governo e di politiche ambientali connesso al ritorno alla presidenza di Lula. Di questo passo nel giro di 5 anni sarà azzerata.
Ogni tanto arriva per l’Ambiente anche qualche notizia positiva. Come quella che il noto quotidiano spagnolo El Pais ha evidenziato la scorsa settimana: nel 2024 il Brasile ha diminuito complessivamente del 34% il suo tasso di de-forestazione rispetto all’anno precedente (del 17% nella zona dell’Amazzonia). Si tratta della riduzione più forte registrata negli ultimi sei anni, cioè da quando il fenomeno è stato posto sotto una più stretta osservazione.
Se questa tendenza fosse confermata nel giro di circa cinque anni la de-forestazione in Brasile verrebbe azzerata. Un risultato non da poco, ma come è stato possibile? Ecco le risposte, su cui riflettere bene:
– ciò che conta è stato soprattutto il cambio di governo e di politiche ambientali connesso al ritorno alla presidenza di Lula (progressista), all’inizio del 2023, rispetto al suo predecessore Bolsonaro (conservatore). A questo si è associato il rientro al ministero dell’Ambiente e del Clima di Marina Silva, un’ex-attivista ecologista fortemente impegnata nel contrastare la deforestazione;
– sono stati approvati dei nuovi piani per contrastare la perdita complessiva di biodiversità accanto e all’interno degli ecosistemi forestali;
– sono aumentate nettamente le superfici forestali oggetto di controlli seri, che nel 2024 hanno superato il 50% del totale. È migliorata anche l’applicazione di sanzioni e multe a chi trasgrediva le regole di una loro corretta gestione;
– è migliorata la comunicazione con altri settori chiave che intervengono sul fenomeno, come quello del credito: le due banche principali che finanziano investimenti nel settore agro-forestale ora analizzano il “pedigree” dei proprietari terrieri che si rivolgono a loro per nuovi piani che comprendono interventi di deforestazione.
Il Brasile rimane la nazione al mondo dove si tagliano più foreste native, cioè originarie (ricordo che è anche il quinto Paese più grande del pianeta e circa 28 volte più dell’Italia), ma questa notizia dimostra che si possono invertire tendenze che sembravano fortissime con una serie di scelte tra loro ben collegate. Ed, evidentemente, anche con l’appoggio della maggioranza della popolazione.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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