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Coldiretti: “Le agromafie continuano a penalizzare il Made in Tuscany”

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Secondo il nuovo Rapporto sui crimini agroalimentari si spaccia per toscano quello che non lo è. Tra i settori più colpiti vino e olio.

 

Redazione
28 maggio 2025

La criminalità organizzata si nutre dell’instabilità finanziaria ed economica delle imprese agricole messe in crisi da una serie di fattori come la scarsa remunerazione e le distorsioni lungo la filiera del cibo facilitano il malaffare: dalla falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari allo sfruttamento transnazionale degli immigrati nei campi con il nuovo fenomeno delle “imprese senza terra”, dal controllo della logistica all’appropriazione di terreni agricoli e fondi pubblici fino all’usura, al furto e al cybercrime. E’ quanto emerge dal nuovo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio agromafie.

Tra i settori più colpiti ci sono vino e olio, i due prodotti di punta del paniere Made in Tuscany, ma anche mangimi e riso. In Toscana questa fragilità si manifesta in vere e proprie frodi alimentari, il fenomeno del Tuscany Souding, che vale 8 miliardi di euro nel mondo e che consente di spacciare come toscano quello che toscano non è.
I casi denunciati più eclatanti sono quelli del Chianti tarocco, del Sangiovese Tuscan Moon, del wine kit per farsi il vino in casa ma anche del salame Usa Toscano, del Fennel Pollin Saleme, della Palenta prodotta in Serbia e della Finocchiono. E ancora il Tuscany Cheddar australiano, il Tania Toscano, il Tuscany Olive Oil.

Diecimila agricoltori della Coldiretti chiedono un cambio di passo con una raccolta di firme per una legge popolare che garantisca l’introduzione dell’obbligo dell’indicazione del Paese d’origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione Europea.

La presentazione del Rapporto è coincisa con l’approvazione del disegno di legge che introduce nel Codice Penale,  su iniziativa del ministro Francesco Lollobrigida, un nuovo titolo dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare, accogliendo le proposte della cosiddetta Legge Caselli.

Tra le principali novità spicca l’introduzione del reato di frode alimentare, che punisce tutte le condotte ingannevoli nella produzione e commercializzazione di alimenti, soprattutto quando danneggiano il consumatore su qualità, quantità o provenienza dei prodotti. Viene inoltre istituito il reato di commercio di alimenti con segni mendaci, per contrastare false etichettature e indicazioni ingannevoli, e quello di agropirateria, rivolto a chi commette frodi alimentari in modo sistematico e organizzato.

Completano il quadro misure più severe per la tutela di Dop e Igp, la possibilità di donare alimenti sequestrati a fini assistenziali e l’introduzione di sanzioni proporzionate al fatturato aziendale, per garantire maggiore equità.

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