Ecosistema

Isola d’Elba, la Zona umida di Mola martoriata da incuria e degrado

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La denuncia di Legambiente Arcipelago che rinuncia a organizzare la Giornata delle Zone umide e il contest fotografico a Mola.

 

di Marcello Bartoli
9 gennaio 2023

PORTO AZZURRO – ISOLA D’ELBA (Li) – La Zona umida di Mola, recentemente ripristinata, è una delle ultime due rimaste all’Isola d’Elba (l’altra è Schiopparello – Le Prade). L’area, però, balza ancora alle cronache per la situazione di progressivo degrado in cui versa. E pensare che solo qualche mese fa se ne era parlato grazie alla presenza di specie di farfalle che si credevano scomparse e per il nuovo arrivo del Falco di Palude

E’ Legambiente Arcipelago Toscano a denunciare gli interventi sbagliati e quelli mancati. L’ultimo schiaffo all’area protetta è un intervento di “manutenzione” degli argini del fossone di Mola che ha fatto tabula rasa di ogni forma di vita. “La delicata area non è assolutamente protetta come dovrebbe essere – dice la presidente del Cigno Verde isolano Maria Frangioni e la devastazione degli argini ha causato la distruzione di flora e fauna protetta, vanificando un lento lavoro di ricolonizzazione di una zona martoriata, lavoro che invece aveva iniziato a portare frutti interessanti ed evidenti”.

Il recupero della Zona Umida di Mola, devastata da anni di incuria, era iniziato appena due anni fa su progetto dell’Ente Parco e dell’Università di Firenze. A Legambiente Arcipelago Toscano e all’associazione Diversamente Marinai il compito di sorvegliare la zona e accogliere i visitatori in un’apposita struttura, l’Aula Verde Blu. Il ripristino degli stagni salati e d’acqua dolce, la ricostruzione e riqualificazione delle dune litoranee hanno attratto gradualmente specie quasi scomparse, come il Falco di Palude. Ma la ritrovata bellezza di questi paradisi perduti è un bene fragile e bisogna vigilare attentamente per non vederselo sfuggire di nuovo.

Il 2 febbraio è la Giornata mondiale delle Zone Umide ma la situazione è tale che Legambiente ha rinunciato a organizzare quanto già programmato, compreso un contest fotografico sulla zona: “Alla devastazione degli argini si vanno a sommare la ricomparsa di numerose barche sulla spiaggia, la pericolosità o quanto meno precarietà di alcune passerelle di accesso, l’ostruzione del fosso che dovrebbe alimentare il lago di acqua dolce, i reiterati scarichi di rifiuti facilitati dagli accessi non adeguatamente protetti (e non tempestivamente rimossi), la frequentazione costante di cani liberi”.

Proprio nei giorni scorsi si è verificato l’abbandono di un’enorme quantità di rifiuti vicino alla spiaggia di Mola ma le attività investigative dei Carabinieri Forestali hanno permesso di identificare con esattezza il responsabile, un uomo di 43 anni residente a Porto Azzurro “il quale aveva provveduto a sgomberare la casa del cugino per eseguire dei lavori di ristrutturazione, abbandonandoli successivamente nei pressi della spiaggia di Mola“. I Carabinieri hanno quindi notificato due sommari processi verbali per abbandono rifiuti di circa mille euro.

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