Ecosistema

Sostanza misteriosa sulle coste: i risultati delle analisi

Foto ARPAT
Foto ARPAT

Si tratta di cera di paraffina. Non è pericolosa per l’ambiente né per la salute. Nel 2012 un caso simile sulle coste toscane e liguri: una nave aveva lavato le cisterne con acqua di mare.

LIVORNO – Alcuni giorni fa lo spiaggiamento di un materiale giallastro di consistenza cerosa ha interessato la costa nord della Toscana. Il 16 e 19 giugno ARPAT ha raccolto, in collaborazione con le Capitanerie di Porto, campioni del materiale nelle località di Poveromo (Massa), Forte dei Marmi (Lucca), San Vincenzo (Livorno) Marciana Marina e Portoferraio (Isola d’Elba, Livorno). Materiali spiaggiati_risultati_2

Per valutare l’ampiezza del fenomeno le Capitanerie di porto della Toscana, coordinate dalla Direzione marittima di Livorno, hanno effettuato un’estesa operazione di monitoraggio attraverso pattugliamenti navali e aerei. Alcune chiazze del materiale sono state individuate lungo il versante settentrionale dell’Isola d’Elba e al largo della Riviera degli Etruschi.

La Guardia Costiera ha prelevato alcuni campioni che ha consegnato all’ARPAT ed ha attivato le procedure di bonifica in mare con l’impiego di un mezzo specializzato in questo genere di operazioni. Il battello disinquinante “Marzocco” ha recuperato circa 350 chilogrammi di sostanza.
Ulteriori contatti con ARPA Liguria hanno permesso di appurare che già nella giornata di giovedì un fenomeno analogo si era verificato nel comune di Finale Ligure (Savona).

Le analisi urgenti svolte dal laboratorio ARPAT di Livorno hanno avuto lo scopo, in un primo momento, di individuare la possibile natura della sostanza e di valutarne l’eventuale pericolosità ambientale e sanitaria.
Sulla base di queste indagini preliminari sembra trattarsi di una cera di natura idrocarburica (cera paraffinica o cera polietilenica), sostanza che non presenta particolare pericolosità né ambientale né sanitaria. Alle stesse conclusioni è arrivata l’analisi eseguita dal dipartimento di Chimica dell’università di Pisa.
Gli accertamenti continueranno nei prossimi giorni, anche per capire in che modo questo materiale potrà essere smaltito.

Della vicenda è stato informato anche l’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente (ISPRA).
Esiste un precedente del 2012: lo spiaggiamento di un materiale, in quel caso biancastro, sulle coste toscane e liguri. In quel caso si trattava di paraffina.  Le indagini accertarono che un’imbarcazione aveva lavato con acqua di mare le cisterne che contenevano cera paraffinica, provocando la dispersione in mare di grandi quantità della sostanza.

E’ evidente che, anche stavolta, lo sversamento in mare è stato effettuato in modo criminale da qualche nave. Ci si augura che le ricerche in corso – anche con l’impiego di tecnologie molto avanzate – portino ad individuare i responsabili.

Fonte: ARPAT

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