Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Nuova bufala sulle rinnovabili dopo il grande black out in Spagna e Portogallo

black out_Toscana-ambiente

Molti ne hanno approfittato per puntare il dito sulle scelte “green”. Ma per gli esperti il vero problema sarebbe la vulnerabilità della rete elettrica di quei Paesi.

 

di Sandro Angiolini
5 maggio 2025

Prima che cominciate a leggere il mio commento sulla notizia di carattere ambientale che ho scelto vorrei che si soffermaste un attimo a riflettere su un’altra notizia, di carattere abbastanza diverso, che è apparsa questa settimana. Secondo l’annuale classifica redatta dall’associazione indipendente Reporter senza Frontiere l’Italia si colloca attualmente al 49° posto nel mondo in quanto a libertà di stampa. Ora, è vero che come tendenza globale i giornalisti oggi se la passano più dura, che le classifiche contano il giusto, che si possono essere anche sbagliati nel valutare alcuni aspetti e via dicendo…

Ma rimane il fatto che ritrovarsi dietro la stragrande maggioranza degli altri Paesi europei non è cosa allegra, né confortante. In particolare vi evidenzio la parte del rapporto che recita: “I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio’ che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”.
Quindi sbrigatevi a leggere questo blog finché a qualcuno non darà noia e non decida di chiuderlo.

Venendo alla notizia ambientale della settimana, scelgo il grande black out energetico che ha colpito tutta la Spagna e parte del Portogallo. A proposito del quale l’elemento che più mi ha colpito è stato, da parte di molti media, l’individuazione della sua principale responsabilità nel fatto che in quei Paesi ormai la maggior parte dell’energia proviene da fonti rinnovabili come solare ed eolico.

Ormai è diventata una moda, o se volete un giochino, quasi noioso: di qualsiasi evento drammatico e/o imprevisto si dà la colpa alle scelte più “verdi”, più sostenibili. Senz’altro avrete presenti le sempre più ricorrenti critiche al Green Deal, il Piano verde della EU che dovrebbe condurci all’abbattimento serio delle emissioni che provocano il cambiamento climatico (di solito queste critiche le solleva chi ha interesse a conservare uno status quo che privilegia le rendite di posizione attuali presenti nel sistema economico).
Ma nel caso del black out spagnolo la critica al ruolo delle rinnovabili appare fuori luogo per almeno tre motivi:

– a distanza di quasi una settimana gli esperti stanno ancora cercando di capire bene la reale ragione del black out, che probabilmente è dipeso da una sommatoria di fattori;

– anche se è vero che le principali fonti di energia rinnovabile soffrono del limite della discontinuità (non sempre ho sole e vento per alimentare gli impianti), ormai sono disponibili strumenti per almeno attenuare questo problema (leggi batterie di accumulo e altre soluzioni). Per intenderci: in futuro sarà opportuno disporre di un mix di fonti di energia che leghi le rinnovabili “moderne” agli impianti idroelettrici (dighe), alle centrali geotermiche, e qualche centrale a gas, ma in termini ambientali ed economici le rinnovabili converranno sempre di più;

– gli aggiornamenti più recenti (due giorni fa) individuano soprattutto nella vulnerabilità strutturale della rete elettrica dei Paesi iberici il vero problema. Il blackout sarebbe stato innescato da un guasto su una linea di trasmissione ad alta tensione tra la Catalogna francese e quella spagnola, secondo quanto confermato da Red Eléctrica de España (REE).
Per la serie: dubitare sempre di chi vi offre una risposta semplicistica a un problema complesso.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link