Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Auto elettriche o non elettriche? Questo è il dilemma…

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Rinviato dall’Unione Europea lo stop a benzina e diesel dal 2035. Ma non potrà essere per molto: il cambiamento è già iniziato.

 

di Sandro Angiolini
5 marzo 2023

Il 7 marzo era fissata la votazione tra i rappresentanti dei Paesi membri dell’Unione Europea per approvare il piano di uscita definitiva del settore auto dai motori a combustione interna (leggi diesel, benzina, metano, cioè fonti fossili non rinnovabili); l’anno di scadenza era stato in precedenza concordato al 2035. Si tratta di uno dei molti provvedimenti studiati dalla UE per raggiungere l’obbiettivo di un’Europa “a emissioni zero” entro il 2050 e poter così meglio fronteggiare il crescente cambiamento climatico.

La presidenza di turno della UE, affidata alla Svezia, ha però dovuto rimandare la votazione a data da destinarsi perché diversi Stati non sono d’accordo con questa impostazione e propongono di poter produrre anche motori a combustione interna che utilizzino carburanti “rinnovabili” (per esempio biofuel, idrogeno), non lasciando al solo motore elettrico il compito di portarci alla neutralità in termini di emissioni di carbonio.
Anche in casi del genere le riflessioni che mi sorgono più o meno spontanee sono diverse e vi invito a esaminarle con una certa attenzione:

– è vero che il settore del trasporto privato su automobile occupa un peso importante nel bilancio di emissioni clima-alteranti ma questo valore tenderà probabilmente a diminuire nei prossimi decenni, per vari motivi: le giovani generazioni comprano meno auto, sia perché vivono di più in città ben servite dal trasporto pubblico, sia perché preferiscono mezzi di trasporto alternativi (come le bici elettriche); l’età media dei circa 450 milioni di Europei si sta alzando, e chi è più anziano tende a spostarsi di meno; il Covid e altre preoccupazioni stanno facendo rivalutare il consumo e la vita “a km Zero”: la mobilità individuale non sembra più al primo posto tra i requisiti di un’alta qualità della vita;

– coloro che sono contrari alla scadenza fissata per il 2035 per la produzione di auto tradizionali dimenticano di dire che le maggiori case automobilistiche operanti in Europa hanno già deciso di abbandonare questo tipo di motori entro tale data (vedi gruppo Volskwagen, Ford, Volvo). Se lo fanno loro non si capisce bene perché non lo possano fare anche altri gruppi automobilistici più vicini all’Italia (come Stellantis – ex Fiat, che pure paga le sue tasse in Olanda). Va sottolineato inoltre che i tempi di progettazione e realizzazione di un motore elettrico si sono accorciati rispetto al passato: anche per questo i 12 anni offerti dalla proposta UE sembrano adeguati per adattarsi all’obbiettivo fissato;

– gli stessi soggetti si dimenticano anche di evidenziare che le auto tradizionali potranno continuare a circolare anche dopo il 2035. Di fatto il decennio 2030/2040 sarà un periodo di transizione che vedrà contemporaneamente in circolazione molti tipi di auto e di motori molto diversi.

In conclusione: al di là degli slogan e delle prese di posizione più o meno ideologiche, dobbiamo prendere atto che la direzione del cambiamento verso una maggiore sostenibilità del settore del trasporto privato è chiara. Può darsi che invece del 2035 arriveremo al 2037, e/o che potranno essere ammessi motori a combustione interna alimentati con carburanti che magari ora non riusciamo neppure a immaginare, ma la sostanza è che dovremo usare le nostre auto meglio e fare più attenzione al loro intero ciclo di vita, che non è riassunto nel solo costo d’acquisto ma deve tener conto anche di altri fattori.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.