Inquinamento

È stata la lotta vittoriosa contro i “fanghi rossi” di Scarlino la prima battaglia ambientalista d’Italia

Lo stabilimento Montedison di Scarlino in una foto d'epoca
Lo stabilimento Montedison di Scarlino in una foto d'epoca

Rivive in un libro del sindaco di allora Flavio Agresti la lunga vicenda che ha contribuito alla nascita di una legislazione ambientale moderna. 

 

di Gabriella Congedo
16 febbraio 2024

Una bella pagina di storiaSCARLINO (Gr) – La prima battaglia ambientalista d’Italia è nata in un piccolo borgo della Maremma. Ora la lotta vittoriosa contro i “fanghi rossi” di Scarlino rivive in un libro scritto da chi l’ha combattuta in prima linea, l’allora sindaco Flavio Agresti.

Una bella pagina di storia – La lotta contro i ”fanghi rossi di Scarlino (1971-1988)” è il racconto appassionato della protesta contro lo sversamento in mare dei liquami della Montedison, considerata come la chiave di volta per la storia ambientale italiana. Una lotta che scongiurò un disastro ecologico nel Tirreno dimostrando che ambiente e sviluppo possono convivere.

Tutto inizia nel 1971. Lo stabilimento Montedison di Scarlino è pronto a partire con la produzione di biossido di titanio e chiede al ministero della Marina Mercantile l’autorizzazione a sversare i liquami in mare, tra la Toscana e la Corsica. Il Comune di Scarlino, interpellato dalla Prefettura di Grosseto per un parere circa quegli sversamenti, incarica della questione un proprio tecnico di fiducia. Le analisi condotte rivelano che quelle sostanze sono altamente tossiche e hanno effetti devastanti sull’ambiente marino e sulla pesca.

Si apre così un lungo periodo di lotte che vede il Comune appoggiato da sindacati e maestranze, Regione Toscana e Comuni costieri cui preme evitare l’inquinamento del Mediterraneo e salvaguardare l’occupazione degli operai. Una battaglia di civiltà che ha travalicato i confini nazionali e ha portato infine a una legislazione ambientale più moderna a livello italiano ed europeo. Nel 1978 infatti sono arrivate la prima legge nazionale a tutela delle acque e la Direttiva comunitaria che obbliga tutti i Paesi membri a dotare gli stabilimenti di impianti idonei a rendere innocui i residui inquinanti prima di rilasciarli in mare. È anche grazie a questa lotta che oggi i mari europei non vengono più sistematicamente avvelenati.

Un libro che racconta un’esperienza vissuta in prima persona – spiega l’autore Flavio Agresti quando l’azienda Montedison voleva gettare in mare i rifiuti industriali prodotti. Con l’aiuto di pareri di illustri scienziati riuscimmo a dimostrare l’impatto inquinante di questi rifiuti e a costringere l’azienda ad adottare azioni a tutela dell’ambiente. Con la nostra azione abbiamo superato il ricatto di dover scegliere tra ambiente e lavoro, abbiamo favorito l’adozione della prima legge nazionale a tutela delle acque, in questo periodo nasce anche il ministero dell’Ambiente, abbiamo ottenuto il grande risultato di far elaborare la prima direttiva europea per l’impedimento degli scarichi a mare inquinanti. La nostra è stata la prima battaglia ecologica attuata in Italia, dopo la quale l’industria ha dovuto fare i conti con il rispetto puntuale dell’ambiente.”

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