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Ecosistema urbano 2017, male le città toscane

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Bene il trasporto pubblico e i nuovi sistemi di mobilità, ma il quadro generale che emerge dal report annuale di Legambiente è mediocre, con 5 città su 10 addirittura sotto la sufficienza. 

C’è un’Italia delle città che ha già cambiato passo. Che gestisce il ciclo dei rifiuti come e meglio di tante altre realtà europee, che ha cambiato stili di mobilità, trovato la formula giusta per depurare gli scarichi, contenere i consumi idrici e lo sperpero d’acqua potabile, che investe sulle rinnovabili, che ha significative esperienze di rigenerazione degli spazi pubblici.
Questa smartness, ossia questa capacità di alcuni capoluoghi di proiettarsi verso un nuovo modello urbano – più sano, più vivibile, più accessibile, più efficiente, più moderno – emerge nitidamente dall’insieme dei dati di Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente, l’annuale rapporto sulle performance ambientali delle città capoluogo realizzato con il contributo scientifico dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore.

Per quanto riguarda le città toscane lo scenario oscilla tra luci e ombre: punte di eccellenza in alcuni indicatori del rapporto, risultati più che mediocri in altri. A parte qualche eco/performance di primato nazionale, come nel caso di Siena (per le piccole città) che primeggia nel trasporto pubblico locale ed esempi virtuosi come Firenze per la nuova E sharing mobility, la strada è ancora lunga. Nel complesso si registra una buona presenza di isole pedonali e spazi verdi, un buon trasporto pubblico, bassi consumi di acqua e una sufficiente qualità dell’aria, ma ci sono ancora molti aspetti da migliorare. Allarme rosso per la produzione dei rifiuti, le dispersioni della rete idrica, i consumi energetici, l’elevato  numero di motocicli in circolazione e il tasso di incidentalità stradalePisa (37° nazionale) è prima a livello regionale, seguita da Siena (44°), Arezzo (48°), Firenze (51°), Lucca (55°), il resto delle città sono quasi tutte in fondo classifica.

In Ecosistema Urbano il punteggio viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi di sedici indicatori che coprono sei aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.

 Sul fronte della qualità dell’aria le città sono state divise in cinque classi: nella prima, la migliore, compaiono quelle che rispettano tutti i valori guida OMS – più restrittivi rispetto alle norme UE – per Pm10, Pm2,5 e NO2. Nell’ultima compaiono invece i centri urbani che superano per almeno due parametri i limiti della normativa comunitaria sia per Pm10 e Pm2,5 che per NO2 e O3. Troviamo una buona qualità dell’aria a Grosseto, sufficiente ad Arezzo, Pisa, Pistoia e Siena, insufficiente per le altre.

Per la valutazione del rumore, invece, non ci sono dati pubblici aggiornati sufficienti. La legge quadro sull’inquinamento acustico del 1995 ha previsto l’obbligo per i Comuni di realizzare un piano di classificazione acustica del proprio territorio. Ma dopo 20 anni c’è ancora un 75% dei Comuni che non solo non ha abbassato il rumore, ma non ha nemmeno approvato il piano.
Per quanto riguarda l’acqua immessa in rete, a fronte di una dispersione del 10%, considerata fisiologica, il dato dei capoluoghi toscani conferma la seguente situazione: tra il 20 e 35% ci sono le città di Siena, Livorno, Arezzo, Firenze, Pistoia e Lucca. Oltre il 35% Prato e Grosseto.

Per la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti le città toscane si posizionano al di sotto della media nazionale del 47,42%: a parte Lucca, infatti, tutte le altre appartengono alle classi insufficienti e scarse.
Le politiche di mobilità mostrano invece in Toscana un trasporto pubblico efficiente sia nella domanda che nell’offerta, con il primato di Siena a livello nazionale tra le piccole città e Firenze settima tra le grandi. Positivi anche i risultati della tranvia di Firenze che trasporta 13 milioni di persone l’anno.
Ci sono poi diversi centri urbani che cominciano a praticare forme di mobilità nuova: a Firenze Pisa più del 50% degli abitanti cammina, pedala, usa i mezzi pubblici.

Ma l’auto continua a fare la parte del leone. A eccezione di Firenze (4°) che viene annoverata tra le grandi città migliori e Livorno (8°), le altre superano la soglia delle 60 auto ogni 100 abitanti e sono tutte a metà o fine della lista. Ancora peggio per i motocicli ogni 100/ab dove, con qualche piccola eccezione, il trend è da bollino nero. Tranne che per Pistoia, altissimo e allarmante anche il tasso di incidentalità stradale in quasi tutte le città toscane.

Dati lievemente incoraggianti ma ancora molto lontani da livelli ottimali arrivano dal solare termico e fotovoltaico: tra le migliori città  Arezzo, quarta in classifica.
Infine il verde pubblico: a quattro anni dall’approvazione della legge nazionale 10/2013 Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, soltanto il 62% dei capoluoghi è stato in grado di censire gli alberi esistenti nelle aree pubbliche (strade e parchi). Nonostante un tasso di risposta ancora insoddisfacente, tra le  21 città che presentano una dotazione superiore a 20 alberi ogni 100 abitanti spicca Arezzo.

“Ci aspettavamo di più dalla Toscana – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – non fosse altro per le qualità endogene delle sue matrici territoriali. Purtroppo invece, al di là di qualche lodevole performance sui nuovi sistemi di mobilità (Car sharing, Bike sharing e TPL) il quadro generale non può che essere definito mediocre, con 5 città su 10 addirittura sotto la sufficienza (< 50%)”.

Fonte: Legambiente

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