Agricoltura

I grandi del vino scendono in campo uniti contro gli ungulati

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L’accusa: “State dando le nostre vigne in pasto a cinghiali e caprioli”. L’associazione che raggruppa i consorzi di denominazione di origine in Toscana boccia la legge obiettivo e chiede provvedimenti urgenti.

“Le nostre vigne, il nostro lavoro, la nostra eccellenza toscana sono date in pasto ai cinghiali e ai caprioli: non abbiamo intenzione di rimanere a guardare”. A.VI.TO, l’associazione che raggruppa 16 consorzi di denominazione di origine in Toscana (dal Brunello di Montalcino al Chianti Classico, tanto per fare qualche nome) scende in campo per chiedere alle istituzioni di affrontare una volta per tutte il problema degli ungulati. E lo fa con un vero e proprio “Manifesto” in dieci punti.

“Gli strumenti messi in campo con la legge obiettivo, come gli abbattimenti programmati, si sono rivelati inadatti e inefficaci per ridurre il sovrannumero di cinghiali e caprioli – spiega A.VI.TO. – Stiamo rischiando di perdere intere annate di produzione: è un prezzo che non siamo più disposti a pagare a causa per l’incapacità di decidere di chi è preposto a farlo. Non si tratta solo dei danni alle vigne. Di fatto, insieme al raccolto, viene distrutto anche il nostro lavoro”.

Il settore del vino in Toscana conta 22 mila aziende medio piccole, di cui due terzi hanno produzioni DOP, per 60 mila ettari di vigneto. Solo l’associazione dei consorzi A.VI.TO rappresenta aziende che contano oltre 20mila addetti con un fatturato di oltre un miliardo di euro. La presenza questi animali sul territorio toscano secondo il consorzio ha superato di gran lunga il limite di sostenibilità. “Siamo a inizio stagione e le viti sono in sviluppo avanzato, se i giovani tralci vengono mangiati dai caprioli si perderà la produzione dell’anno, mentre se l’attacco viene sulle giovani viti si rischia che queste non raggiungano mai la maturità produttiva, con danni ingentissimi. E non solo alle vigne. I danni degli ungulati si estendono anche agli oliveti e alle altre colture e anche i boschi vengono profondamente danneggiati”.

Altro problema sollevato dal consorzio è quello della sicurezza, vale a dire gli incidenti stradali provocati sempre più spesso da questi animali fuori dai centri abitati e i rischi di essere attaccati che corrono gli ospiti degli agriturismi.
“E’ con questo obiettivo  – si legge nel manifesto – che consorzi e associazioni hanno deciso di unirsi per risolvere definitivamente il problema ungulati ed è per questo che chiediamo un sostegno a tutti i toscani per far riflettere chi ci governa che oramai il tempo è scaduto e che il momento di intervenire è ora”.

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