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Inquinamento atmosferico, l’aiuto può arrivare da olivo e alloro

Alloro, fotinia, ligustrum lucidum e olivo possono ridurre l’inquinamento atmosferico.

Secondo uno studio dell’Ateneo fiorentino nella Piana lucchese alcune specie vegetali accumulano PM10 e particolati preservando la qualità dell’aria.

 

Redazione

FIRENZE – Secondo il rapporto Mal’Aria di Legambiente di quest’anno le zone critiche per la Toscana sono sempre le stesse: sul fronte del particolato fine (PM10) la Piana Lucchese, in particolare la stazione di Capannori, e quella di Pistoia-Prato; su quello del biossido d’azoto Firenze (con punte acute nella stazione di Viale Gramsci), con un dato generalmente più diluito su tutto il territorio regionale, pur nella sua gravità, per quanto concerne l’ozono (e quest’anno per l’O3 le maglie nere spettano alle stazioni di Signa e Montale).

Per combattere il particolato atmosferico, il maggiore agente inquinante delle aree urbane, un aiuto significativo può venire da alcuni tipi di piante come l’olivo o l’alloro, capaci di trattenere il PM10 più di altre specie vegetali. È uno dei risultati di un progetto interdisciplinare, coordinato dall’Ateneo fiorentino, dal titolo “Veg-Pm10 – Azioni multidisciplinari ed integrate per il monitoraggio e la riduzione del particolato atmosferico nella piana lucchese”.

Il progetto, che ha analizzato la diffusione del particolato nei territori di Altopascio, Capannori, Lucca e Porcari, ha visto per Unifi la partecipazione di Federico Martinelli, docente del Dipartimento fiorentino di Biologia, e di Barbara Moura, ricercatrice del dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali. La ricerca, rivolta anche a capire – attraverso centraline di monitoraggio – le cause e le incidenze della presenza del particolato nell’aria delle zone analizzate, ha coinvolto CNR-Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, Arpat e Università di Pisa e ha ricevuto un finanziamento di 180 mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

L’obiettivo della ricerca, che si avvia a conclusione – spiega Federico Martinelli – era di fornire indicazioni su quali specie vegetali già diffuse nella zona della Lucchesia accumulano più particolati, preservando la qualità dell’aria. Abbiamo già indicazioni che alloro, fotinia, ligustrum lucidum e olivo, piante diffuse in giardini privati e spazi verdi pubblici di questi territori, sono di grande aiuto per ridurre l’inquinamento atmosferico: trattengono, infatti, sulle loro foglie il particolato aereo in misura maggiore di altre specie vegetali. La misurazione avviene analizzando la presenza del particolato sulle piante e dividendolo per la superficie delle foglie”.

La ricerca, che si sta anche focalizzando sul sequenziamento del genoma dell’alloro, potrà essere utilizzata per la progettazione urbanistica e viaria dei territori coinvolti e costituire una banca dati fondamentale per progettare politiche di intervento a favore delle esigenze di salute dei cittadini.