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La permacultura di Ignazio Schettini sbarca all’Isola d’Elba

Da sinistra Ignazio Schettini e Bill Mollison.
Da sinistra Ignazio Schettini e Bill Mollison.

Domenica 16 aprile a Marina di Campo un appuntamento per scoprire tutti i segreti di un modello agricolo ecologico e rigenerativo della terra.

 

Redazione
7 aprile 2023

MARINA DI CAMPO – ISOLA D’ELBA (Li) – Fu il naturalista australiano Bill Mollison a coniare il termine permacultura, che deriva dalla contrazione di agricoltura permanente, ma anche di cultura permanente. Si tratta, in sintesi, di un metodo per progettare insediamenti umani sostenibili che contempla la coltivazione della terra, la produzione di cibo, l’abitare e le relazioni sociali.

La permacultura è un sistema di riferimento etico-filosofico, ma anche di ecologia applicata con un approccio pratico alla vita quotidiana. Ogni progetto di permacultura deve prendersi cura della terra, delle persone e prevede una condivisione del surplus e un limite ai consumi. In Italia ci sono tante realtà concrete di permacultura: food forest, progetti comunitari o aziende agricole, e ogni anno nascono decine e decine di progetti.

-permacultura-Schettini-Mollison-Toscana-AmbientePer scoprire teoria e pratica della permacultura domenica 16 aprile è stato organizzato l’appuntamento Amare la terra, curare la vita dall’associazione MEDIPERlab in collaborazione con Elba consapevole. L’incontro si svolgerà dalle ore 10 presso la Fattoria Pimpinella di via dei Forcioni in località Le Solane, a Marina di Campo. I relatori sono Ignazio Schettini, che da anni diffonde in Italia questo approccio rigenerativo alla terra, e Davide Fabbri, perito agrario e titolare dell’azienda agricola I Giardini di Poseidone a PortoAzzurro, un esempio concreto di applicazione dei principi della permacultura sul territorio elbano.

Gli studi in Agraria sono settoriali, senza visione olistica – argomenta Ignazio Schettini – la verità è che le monocolture rappresentano un danno per il territorio che si traduce in impoverimento dei suoli, diminuzione di biodiversità vegetale e animale, impoverimento paesaggistico e precarietà alimentare. Con la monocultura si inquinano spesso le falde attraverso i pesticidi, vengono trasmesse più facilmente malattie come la Xilella e si impoverisce la comunità con meno persone che si relazionano”.

Per Schettini è necessario un modello agricolo alternativo che possa rigenerarsi sempre, a ciclo continuo, con più colture interconnesse anche con il mondo animale:  “La permacultura rovescia il modello di un’agricoltura asservita all’industria agroalimentare dove si guadagna a discapito di altri. Terreni incolti e aree verdi cittadine possono essere destinate alla produzione alimentare e all’allevamento di animali di piccola taglia”.

Informazioni e prenotazioni: 340 5868869 – 349 8744989

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