Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

La tutela dell’ambiente entra nella Costituzione, speriamo non solo a parole

Costituzione italiana

Un conto è inserire due righe in più nella Carta costituzionale, un altro attuare concretamente una migliore salvaguardia delle risorse ambientali.

 

di Sandro Angiolini

È francamente difficile scegliere una sola notizia di carattere ambientale in quella che è stata una settimana molto ricca da questo punto di vista. Ma non si può non iniziare dall’approvazione in Senato di un disegno di legge per includere la tutela “dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi” nella Costituzione italiana al suo articolo 9, dove finora era tutelato il solo paesaggio. Il provvedimento modifica, inoltre, l’articolo 41 della Carta, prevedendo che l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente e che la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini ambientali.

Mi permetto alcuni brevi commenti:
tenendo conto che la Costituzione è in vigore dal 1948 sorprende che ci siano voluti 73 anni solo per iniziare un percorso che prevede altre tre letture/approvazioni nei due rami del Parlamento: se va bene l’inserimento effettivo avrà luogo a fine 2022. Per molti versi questo conferma che siamo un Paese più attento agli aspetti estetici (vedi la presenza sin dalle origini della tutela del paesaggio) che a quelli di sostanza. Questo è confermato, indirettamente, anche dal fatto che solo dal maggio 2015 disponiamo di una legge contro gli eco-reati, che peraltro continuano a essere compiuti;

– sorprende anche l’astensione dal voto, sia pure per motivi diversi, di partiti come Fratelli d’Italia e Azione. Soprattutto la prima, come vedremo meglio in fondo a questo articolo, appare discutibile, essendo stata fondata sul timore che la tutela dell’ambiente possa impattare negativamente “sui nostri prodotti agroalimentari d’eccellenza”;

– ma la nota più importante da evidenziare è, secondo me, che un conto è inserire due righe in più nella Costituzione e un altro è realizzare concretamente una migliore salvaguardia delle risorse ambientali. In primo luogo questa tutela è in buona parte di competenza regionale, e quindi occorre disporre di norme a tale livello che siano mirate, aggiornate ed efficaci. Da questo punto di vista in Toscana siamo messi fondamentalmente bene. Poi occorre investire nella sensibilizzazione dei vari “portatori d’interesse”, a diversi livelli, e già qui si osservano pesanti buchi di attenzione. Infine bisognerebbe avere sia finanziamenti adeguati che controlli puntuali. Qui mi limito a registrare che nel 2020 la Toscana ha dedicato solo 730.000 euro al suo ampio sistema di parchi e aree protette, una cifra altamente insufficiente ad assicurarne un funzionamento decente. Sui controlli invece mi trincero dietro un “no comment”.
In conclusione: mi sembra che si rimanga focalizzati soprattutto sulle parole che sui fatti, e questo non va bene.

*Una simile considerazione la si potrebbe fare anche sulla decisione di un altro corpo parlamentare, quello europeo, che in settimana ha approvato una risoluzione a larga maggioranza per dire stop all’allevamento di animali in gabbia entro il 2027. La mozione non è cogente, ma dà un segnale assai forte per la Commissione Europea e per gli Stati membri. Ritengo che l’uscita dai sistemi di zootecnia intensiva sia il nodo principale, da un punto di vista ambientale e salutare, che affligge oggi l’agricoltura convenzionale. Non ho qui lo spazio sufficiente per trattare come si deve il tema ma credo che tutti dovremmo dedicarvi più attenzione, perché superare certi sistemi di allevamento è tecnicamente ed economicamente possibile. E non sono solo parole.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.