Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Non fa caldo solo da noi: ci stiamo giocando anche la Groenlandia

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Secondo un nuovo studio questa enorme isola sta perdendo circa 30 milioni di tonnellate di ghiaccio all’ora a causa della crisi climatica.

 

di Sandro Angiolini
21 gennaio 2024

Non so voi, ma a me ogni tanto piace andare a fare un po’ di sci di fondo o di discesa Negli ultimi anni però è diventato quasi impossibile programmare dei soggiorni sulla neve, almeno sotto i 1.600/2.000 metri di altezza, perché non si sa mai se ve la troveremo, anche nel cuore di quei mesi invernali dove normalmente ci si aspetta che vi sia.

In Groenlandia hanno un problema diverso: è ormai certo che questa enorme isola (la più grande al mondo, 7 volte la superficie dell’Italia) perderà la sua copertura di ghiaccio e neve entro i prossimi anni; la notizia è comparsa pochi giorni fa sul sito di un noto quotidiano inglese che uso spesso come fonte (The Guardian). Un recente studio condotto da un laboratorio della NASA ha infatti accertato che la Groenlandia perde circa 30 milioni di tonnellate di ghiaccio all’ora. A causa del cambiamento climatico.

Lo so, sono numeri che fanno impressione. Dovrebbero farne soprattutto a chi si ostina a negare l’esistenza del cambiamento climatico e a frenare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile (in primis solare ed eolico). Anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi (e parlo soprattutto dei media in generale), si trascura il fatto che la quantità di acqua che così viene rilasciata ha impatti significativi su altri elementi che condizionano il clima, e quindi la vita di tutti i giorni: per esempio le correnti profonde dell’oceano, e con esse le possibilità di vita e di riproduzione degli organismi che vivono nel mare (dalle balene ai pesci).

È un processo mentale semplificativo che ricorda da vicino un ragionamento che ogni tanto mi è capitato di sentire in giro a proposito del cambiamento climatico: va bene, alcune parti della Terra diventeranno inabitabili a causa del troppo caldo ma altre diventeranno “sfruttabili” perché prima erano ghiacciate. Non funziona così, ecco perché:

– innanzitutto occorre tenere a mente che tutti gli studi sugli scenari futuri che ho visto finora indicano che questa compensazione sarà solo parziale: in pratica le porzioni del pianeta che diventeranno abitabili saranno meno di quelle che risulteranno perse a causa del cambiamento del clima;

– poi c’è il piccolo problema che molte delle zone attualmente sepolte da una coltre di ghiaccio/neve immobilizzano sotto di loro imponenti riserve di terreni congelati che, una volta “liberati” dal ghiaccio, cominceranno a rilasciare anidride carbonica a valanga, proprio a causa della ripresa delle attività metaboliche degli organismi prima ibernati. Risultato: ulteriore aumento del cambiamento climatico;

– infine (si fa per dire) occorre considerare che per gestire decentemente le nuove risorse che potrebbero rendersi disponibili nelle aree “liberate” occorrerà sicuramente realizzare delle infrastrutture di servizio di vario tipo (come strade, ferrovie, reti elettriche). Insomma, non sarà manna che piove dal cielo.
Ecco, spero che queste righe vi servano nel caso dobbiate sostenere prossimamente una discussione con qualche negazionista.

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi https://www.amazon.it/dp/883221184X?ref_=pe_3052080_397514860