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Riparte l’udienza Keu, sotto esame altre sessanta aree contaminate

Un cartello di protesta esibito durante una manifestazione.
Un cartello di protesta esibito durante una manifestazione.

Al via oggi il processo per 24 persone dopo il rinvio del 12 aprile scorso. Scoperti altri siti inquinati oltre i 13 già individuati nel 2021.

 

Redazione
10 maggio 2024

FIRENZE – L’udienza preliminare del processo a carico di 24 persone chiesto dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze per la cosiddetta “inchiesta Keu” sarebbe dovuto iniziare lo scorso 12 aprile ma l’udienza fu rinviata a causa della nullità di alcune notifiche. Si torna in aula proprio oggi 10 maggio con indagati imprenditori, politici e dirigenti pubblici. Tra i reati contestati quelli di associazione per delinquere, gestione abusiva di rifiuti, abuso d’ufficio, corruzione elettorale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso.

Se da una parte emerge la non costituzione come parte civile del Ministero dell’Ambiente, giorno dopo giorno vanno sommandosi gli enti pubblici che chiedono risarcimenti per danni materiali e morali e le associazioni come Legambiente, Movimento Consumatori, Libera e Le Vittime di Podere Rota che si costituiscono parte civile. Nel frattempo sono stati scoperti altri siti inquinati oltre i 13 già individuati nel 2021.

È difatti in corso un’attività ricognitiva da parte di Arpat in stretta connessione con la Procura di Firenze e secondo quanto sta emergendo dalle indagini sarebbero una sessantina i siti sotto esame da parte degli inquirenti. Intanto nei giorni scorsi il Tar ha accolto il ricorso delle aziende aretine Chimet e Tca sulla bonifica del sito di Bucine, stabilendo che a pagare non dev’essere chi ha inviato il materiale tossico a smaltire ma le ditte di smaltimento: una decisione che rischia di essere un precedente per una pioggia di ricorsi. La Regione a sua volta ha annunciato ricorso ma intanto le bonifiche di 10 siti sono al palo.

“Siamo preoccupati per le bonifiche ma a leggere le carte era immaginabile che il Keu fosse stato tombato anche altrove – ha dichiarato Samuela Marconcini dell’Assemblea permanente No Keu – A noi non interessa aver avuto ragione ma che si faccia qualcosa”. Il giudice dell’udienza preliminare Gianluca Mancuso deciderà nella prossima udienza del 7 giugno se ammettere al processo le presunte parti offese e danneggiate che sono intenzionate a chiedere il risarcimento dei danni.