Ecosistema

Sfalci sui fiumi toscani, la Lipu: dai Consorzi qualche segnale positivo ma si può fare meglio

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Lungarno Colombo a Firenze (foto Marco Dinetti)

“Almeno la fascia di vegetazione prossima all’alveo viene risparmiata e si fa più attenzione ai nidi. Tuttavia restano ancora situazioni discutibili”.

 

Foto di Marco Dinetti
23 agosto 2023

Sono passati cinque anni dalla pubblicazione del dossier “Fiumi distrutti” dove la Lipu denunciava le conseguenze sull’ecosistema degli sfalci selvaggi lungo i fiumi della Toscana (leggi qui l’articolo). Da allora, come spiega l’associazione nella seguente nota, alcune cose sono cambiate in meglio: la fascia di vegetazione più prossima all’alveo viene risparmiata e si fa maggiore attenzione ai nidi.  E i Consorzi di bonifica cominciano a parlare di “manutenzione gentile”. Ma c’è ancora da migliorare.

Sulla gestione della vegetazione lungo i corsi d’acqua, tema sul quale nel passato la Lipu – e le sue sezioni toscane – ha promosso varie iniziative tra cui il Convegno “Fiumi e Natura” svolto a Firenze nell’aprile 2019, c’è ancora da migliorare.

Ma dobbiamo riconoscere che dopo il convegno organizzato da ANBI lo scorso giugno a San Rossore sulla cosiddetta “manutenzione gentile” dei corsi d’acqua qualche segnale tangibile in positivo si inizia a vedere. In particolare per gli sfalci, se sono ancora consistenti e praticati anche in zone dove il rischio idraulico è praticamente assente – perché ci troviamo lontano da zone abitate – perlomeno la fascia di vegetazione più prossima all’alveo viene risparmiata e in questo modo si garantisce un minimo di habitat per la biodiversità (uccelli che nidificano nei canneti, anfibi, pesci, insetti come le libellule, ecc.) e tutti quegli altri importanti servizi/benefici ecosistemici di tipo ambientale e paesaggistico che vengono garantiti da quegli ecosistemi gestiti nella maniera più ecologica possibile.

Tutto questo peraltro non confligge con la sicurezza idraulica, anzi spesso la avvantaggia, come hanno sottolineato gli esperti di ingegneria idraulica, agronomia, ecologia.

Dobbiamo anche riconoscere che negli ultimi tempi alcuni Consorzi di Bonifica hanno risposto positivamente a segnalazioni puntuali che abbiamo fatto per tutelare dei siti di nidificazione di alcune specie: è il caso della Cannaiola presso Bellariva a Firenze lungo l’Arno (il piccolo canneto dove questo passeriforme era stato individuato dagli ornitologi è stato rispettato), così come sono stati realizzati gli interventi gestionali a supporto della colonia di Topino a Montelupo Fiorentino (si tratta della “Rondine riparia”).

Stombamento del Rio Maggiore a Livorno
Stombamento del Rio Maggiore a Livorno

Pur tuttavia restano delle situazioni discutibili, tra cui lo stombamento del Rio Maggiore a Livorno che, sebbene in teoria sia un intervento condivisibile, nella realtà di questa situazione sta determinando l’abbattimento di molti alberi e piante anche in giardini privati a fronte di vantaggi che si fa fatica a comprendere considerando che rimarrà comunque un “tappo” finale nello sbocco a mare molto difficile da risolvere, in quanto vi insistono le costruzioni della vecchia stazione del trenino di Barriera Margherita e quelle dell’Accademia Navale.

Ad ogni modo speriamo che la tendenza verso una tipologia di manutenzione sostenibile e più attenta agli aspetti naturalistici continui, dopo anni di tagli selvaggi in tutto il reticolo idrico ci aspettiamo per il futuro tagli selettivi della vegetazione sia arborea e di sottobosco che erbacea, programmati zona per zona rispettando il periodo della nidificazione.
In tal senso occorre anche considerare gli indirizzi normativi della nuova legge europea in tema di ripristino ambientale (Restoration Law).

Rio Feliciaio (foto Marco Dinetti)
Rio Feliciaio (foto Marco Dinetti)

 

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