Ecosistema

Divieto piombo nelle cartucce: che fine ha fatto?

Piombo nelle cartucce

Pericolose per gli animali, l’uomo e l’ambiente, dovrebbero essere bandite entro il 2017. Lo prevede un accordo internazionale  – vincolante – firmato nel 2014 anche dall’Italia. Ma per ora…

REDAZIONE

Nel novembre 2014 l’Italia, insieme ad altri Paesi, ha sottoscritto a Quito, in Ecuador, un accordo internazionale che, insieme ad altri provvedimenti, ha messo al bando il piombo utilizzato nelle cartucce da caccia, sostituendolo con leghe non tossiche. Decisioni vincolanti per tutti i Paesi aderenti alla Convenzione di Bonn che tutela gli animali migratori, Italia compresa. E che all’epoca sono state accolte con entusiasmo dalle associazioni italiane per i diritti animali.
Il cambiamento delle munizioni sarebbe dovuto avvenire entro il 2017, ma dopo tre anni a quanto sembra tutto è rimasto come prima.

“Siamo ormai a fine anno – dice Alessandro Torlai, presidente dell’associazione toscana Irriducibili Liberazione Animale –  e non è successo niente, almeno non ci risulta, ed è per questo che il 17 settembre abbiamo deciso di scrivere tramite PEC al Ministero dell’Ambiente per chiedere aggiornamenti. Ma ad oggi, dopo 40 giorni, non sono arrivate risposte. Intanto i cacciatori continuano a spargere il piombo nell’ambiente nonostante ci sia un accordo internazionale per vietarlo. Qualcuno ci suggerisce che se non si rispetta l’accordo di Quito non sono previste sanzioni, ma allora ha senso firmare accordi sapendo che se non si rispettano non si viene sanzionati?”

La questione non è di poco conto. Per farsene un’idea basti pensare alla quantità di pallini sparati da 800-900mila persone che ogni anno, per circa 4 mesi, vanno a caccia.
“L’avvelenamento da piombo è riconosciuto a livello medico-scientifico – aggiunge Torlai – e comporta patologie molto gravi come il Saturnismo. I primi a subirne le conseguenze sono gli animali che si ammalano bevendo acqua contaminata, poi le piante come i funghi, e infine il piombo ricade anche nei terreni coltivati. È una catena mortale che arriva fino all’uomo. L’Italia firmando questo accordo internazionale aveva l’occasione di voltare pagina eliminando il piombo dalle munizioni dei cacciatori e invece non è avvenuto, migliaia di tonnellate continuano ad essere sparate nell’ambiente”.

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