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Stop dell’Ue a confezioni monouso per frutta e verdura. E in Italia è già polemica

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Il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi vede contraria anche Coldiretti. Rossano Ercolini (Zero Waste): “Basta piagnistei e basta vaschette a gogò”. 

 

di Gabriella Congedo
11 maggio 2023

Forse vedremo sparire dagli scaffali dei supermercati le confezioni monouso care a molti consumatori: le insalate in busta, per esempio, ma anche i cestini di fragole e frutti di bosco, le confezioni di pomodorini, le arance in rete. Il nuovo regolamento sugli imballaggi presentato dalla Commissione europea dovrebbe portare alla messa al bando delle confezioni monouso di frutta e verdura fresche con un peso netto inferiore a 1,5 chilogrammi. Obiettivo: combattere gli sprechi e di conseguenza l’inquinamento del pianeta.

In Europa qualcuno si è già adeguato. In Francia, per esempio, l’impiego di imballaggi di plastica è vietato per una trentina di prodotti ortofrutticoli freschi la cui confezione non superi il peso di 1,5 kg.

E in Italia? Qui da noi non mancano le perplessità e i distinguo. Negativa la reazione di Coldiretti, che prospetta un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari: “Una scelta che apre a una serie di problemi dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Basti pensare al tradizionale cestino di fragole o piccoli frutti che soprattutto nelle fasi di trasporto protegge l’integrità del prodotto”.

È un fatto però che gli imballaggi monouso hanno invaso il pianeta e secondo l’Onu nel 2050 negli oceani ci saranno più plastiche che pesci. Non sarà che magari le abitudini si possono cambiare? Chi non ha dubbi in merito è Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy: “Basta con vaschette a gogò per arance trasformate in spicchi o insalate già preparate e addirittura condite – tuonaBasta con questo piagnisteo italico (l’Italia peggiore, quella dei privilegi e degli opportunismi trasversali) che già si leva dall’industria alimentare e dalle catene commerciali. Eppure in Francia, in Germania e in Spagna nessuno muore di fame per aver già accolto sul piano normativo questo regolamento europeo”.

Gli fa eco Marevivo, che insieme a ZeroWaste ha lanciato la campagna #BastaVaschette per dire no alla plastica monouso per l’ortofrutta. L’associazione vede nel nuovo regolamento europeo un raggio di luce nelle tenebre dell’inquinamento da plastica: “Ogni cittadino europeo genera quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio l’anno – spiegano – e acquistare prodotti sfusi farebbe calare dell’80% l’utilizzo della plastica per questa categoria di prodotti”.

I numeri del resto parlano chiaro: ogni anno solo in Italia vengono utilizzati 1,2 miliardi di vaschette di plastica, molto spesso non riciclabili. E si stima che nei prossimi anni aumenteranno del 35%. È evidente che così non si può andare avanti. Il problema non si risolverà dall’oggi al domani ma da qualche parte bisognerà pur cominciare.