Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Sul fronte ambientale i vizi del passato condizionano il presente

carabinieri_fanghi_agricoltura

Un ministro torna a parlare di nucleare (mini-centrali). E intanto ci siamo accorti che le ecomafie non stanno solo al Sud.

 

di Sandro Angiolini

Le due notizie principali della settimana sul fronte ambientale in Italia sono sicuramente la dichiarazione del ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani in cui promuove il “mini-nucleare” di ultima generazione; la scoperta di un mega traffico di rifiuti speciali smaltiti illegalmente nei terreni (circa 3.000 ettari) di varie regioni del Nord Italia. Per molti aspetti sollevano temi tra loro complementari: vediamo come.

Sul primo punto esprimo tutte le mie perplessità, abbondantemente motivate. Cominciamo con il dire che non c’è secondo me da temere per la mancanza di energia da qui al futuro, perlomeno in Europa: da un lato aumentano ogni anno sistemi di produzione di energia “pulita”, dall’altro si incrementa il risparmio energetico a tutti i livelli (edifici, mezzi di riscaldamento, trasporti). E soprattutto continua a scendere il prezzo dell’energia prodotta sfruttando fonti rinnovabili (solare, eolico, maree), mentre aumenta il costo dello smaltimento delle scorie delle centrali nucleari.
Se a ciò si aggiunge il fatto che in Paesi come Germania e Italia i cittadini hanno già espresso la loro volontà contro il nucleare in altrettanti referendum, non si capisce su quali basi il ministro Cingolani possa fare certe affermazioni.

A dire il vero due basi ci sarebbero, ma sono assai criticabili (e pericolose). C’è probabilmente la volontà di finanziare il settore della Ricerca costi quello che costi, senza sottilizzare troppo sul merito dei progetti di innovazione a cui destiniamo importanti risorse pubbliche. D’accordo con il sostenere ricerca libera e innovativa, ma non ha più senso farlo su quei settori (es. energie rinnovabili) che appaiono già da oggi più promettenti e “puliti”?

La seconda ragione per cui il ministro può aver fatto quella dichiarazione è ancora più inquietante. Su queste pagine ho già scritto che il PNRR era troppo incentrato su un approccio tecnologico, impiantistico alla risoluzione di vari problemi ambientali del Paese. Le parole di Cingolani indirettamente lo confermano: si continua a cercare la soluzione pronta subito (o quasi) a un problema complesso, come la gestione della domanda/offerta di energia. Questo mi appare un limite culturale forte rispetto alle sfide del XXI secolo, in ogni campo. È la solita storia del paziente che chiede al suo medico una pillola invece di voler capire bene l’origine e le possibili soluzioni al proprio problema.

La notizia dell’indagine sullo smaltimento illegale di fanghi tossici (appena 150.000 tonnellate) ci dice invece almeno tre cose importanti:
i controlli in campo ambientale non vanno ridotti, ma al contrario intensificati: per ogni caso che viene alla luce ce ne sono quasi sicuramente altri che rimangono nascosti;
-fino a pochi anni fa si riteneva che le ecomafie colpissero soprattutto le regioni del Sud, mentre ci siamo accorti con dolore che anche al Nord (e in Toscana- vedi casi recenti) non ci facciamo mancare nulla;
– sulla salute non si scherza, perciò le autorità a i vari livelli devono intervenire con decisione per prevenire il ripetersi di tali fenomeni, cominciando dall’organizzare meglio le procedure burocratiche che regolano lo smaltimento dei rifiuti. Quando le norme sono troppo complicate la tentazione di sfuggirle diventa più grande.

E a proposito di norme e di burocrazia, chiudo con una perla assoluta, che dà il senso dei vizi tragi-comici del nostro Paese: l’INPS di Roma ha scritto pochi giorni fa a un morto per comunicargli che non aveva più diritto alla pensione, attestandogli appunto che era deceduto, ma facendogli anche presente che aveva 30 giorni di tempo per fare domanda di riesame del caso. E poi vogliamo spendere proficuamente 240 miliardi di euro in poco più di 5 anni? Ma dai…

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.