Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Sulla riduzione dei pesticidi l’Europa si divide. I problemi però sono reali

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Il nuovo regolamento europeo si è dato obiettivi poco realistici. Ma questo non autorizza il Governo italiano a boicottarlo come sta facendo.

 

di Sandro Angiolini
11 dicembre 2022

Uno dei temi più “caldi” della settimana è quello relativo allo stato e ai trend dell’inquinamento di acqua e aria nei paesi della UE. Ce lo hanno ricordato quasi in contemporanea due notizie:

–  è uscito pochi giorni fa il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) sull’avanzamento generale rispetto all’obbiettivo “Inquinamento Zero” fissato per il 2030 (leggi: per quella data all’interno dell’Unione non dovrebbero verificarsi più casi di inquinamento non reversibile, cioè non assorbibile dall’ambiente).
Il rapporto ci dice che sono stati fatti importanti passi in avanti, soprattutto per ciò che riguarda l’inquinamento dell’aria, delle acque balneabili e di quelle potabili (anche grazie alla riduzione del 14% registrata nell’uso di pesticidi rispetto a 10 anni fa). Ma anche che siamo indietro per quanto concerne l’inquinamento da rumore, da rifiuti (anche se la plastica in giro nel mare sta diminuendo, anche grazie al divieto introdotto nell’uso degli oggetti mono-uso) e da nutrienti (per esempio quelli contenuti nei concimi usati in agricoltura).
Il rapporto ricorda anche che il 10% circa di morti premature deriva da tali fonti di inquinamento e che nel sud d’Europa questo valore sale fino al 14-15%, mentre nei Paesi del Nord scende al 5-6%; per gli Italiani è un chiaro grido d’allarme.

–  un altro grido d’allarme arriva a proposito della recente decisione da parte del Governo italiano di schierarsi assieme a un gruppo di altri Paesi (principalmente dell’Est Europa) per contrastare l’approvazione di un nuovo regolamento europeo sulla riduzione del consumo di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura (se ne parla anche in un altro articolo su questo stesso sito web).

Diciamo le cose come stanno: questo nuovo regolamento dovrebbe servire a raggiungere gli obbiettivi della strategia “dal produttore al consumatore – From farm to fork” varata dalla Commissione nella primavera del 2020. Il peccato originale è che tali obbiettivi erano stati fissati in modo discutibile: dimezzare l’uso di concimi e di antiparassitari nell’arco di 10 anni, o estendere la superficie condotta secondo l’agricoltura biologica al 25% (quando si partiva da meno del 10% in Europa) era decisamente ambizioso anche senza tirare in ballo ciò che abbiamo vissuto poi, cioè pandemia e guerra in Ucraina.

Va bene fissare obbiettivi che orientino politici, imprenditori e associazioni a livello nazionale e regionale, soprattutto perché i dati ci dicono che così si prevengono malattie alle persone e danni all’ambiente. Ma occorre al tempo stesso fare attentamente i conti con la realtà: oltre la metà degli imprenditori agricoli ha più di 60 anni (e solo il 6% ne ha meno di 30) e in pochi Paesi esistono servizi di assistenza tecnica decenti che facilitino certe transizioni. Di fatto la riduzione nell’uso dei prodotti chimici sta avvenendo soprattutto perché con l’inflazione il loro costo è diventato eccessivo rispetto agli incrementi di produzione che permettono.

Questo non autorizza il Governo Italiano a schierarsi come sta facendo. Occorrerebbe invece lavorare per un nuovo testo del regolamento europeo che riporti a qualcosa di più realistico la percentuale di riduzione nel consumo di prodotti chimici, e soprattutto mettere sul piatto incentivi straordinari per convertire più aziende e terreno all’agricoltura biologica.
Ma si sa, ognuno è prigioniero delle proprie bandierine, in questo mondo sempre più polarizzato e restio ai buoni compromessi.

 

Sandro Angiolini_piccola

OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.