Ecosistema

Tartarughe marine, con 23 nidi e 1150 nati il 2023 è l’anno record in Toscana

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Foto Legambiente

Le province più gettonate: Livorno (11), Grosseto (4) e Lucca (4). Ed è anche record nazionale con 444 nidi. Il bilancio di Legambiente.  

 

Redazione
30 settembre 2023

cartina-nidiCon 444 nidi di tartaruga marina censiti a chiusura della stagione il 2023 si conferma l’anno record delle nidificazioni di Caretta caretta in Italia: il dato più alto di sempre.
L’elaborazione di Legambiente sui dati di Tartapedia.it, che raccoglie le segnalazioni di associazioni e istituti di ricerca, fa emergere che in Italia il numero delle ovodeposizioni rispetto alla stagione 2022 è triplicato: l’anno scorso il conteggio di fine stagione si era fermato a 129. 

Sorprendenti i risultati della Toscana con 23 nidi, localizzati principalmente sui litorali delle province di Livorno (11 nidi, quasi tutti sull’Isola d’Elba), Grosseto (4 nidi tra Castiglione della Pescaia, la Feniglia e l’Isola del Giglio). Altro territorio gettonato quello lucchese con 4 nidificazioni a Forte dei Marmi. Il record di nascite a Galenzana (Isola d’Elba) dove sono nate 104 tartarughine.
Un grande risultato – sottolinea Legambiente – ottenuto grazie all’impegno del gruppo di associazioni e università che operano dietro il coordinamento di ARPA Toscana. Legambiente Arcipelago Toscano all’Elba ha coinvolto di 120 volontari, individuando e monitorando 7 nidi. Anche se i numeri esatti si avranno a fine stagione si stima che i nuovi nati di origine toscana saranno circa 1150”. 

In testa alla classifica del boom italiano c’è la Sicilia (156 nidi). Seguono la Calabria (125 nidi), la Campania (54), la Puglia (45), la Toscana (23), la Sardegna (18), il Lazio (18), la Basilicata (3), l’Abruzzo (1) e l’Emilia-Romagna (1).

È ormai evidente che c’è stato uno spostamento dell’area riproduttiva delle tartarughe marine verso il Mediterraneo occidentale. Il fenomeno sembra essere legato ai cambiamenti climatici e alle temperature del mare più alte.
Avere più nidi fa indubbiamente piacere. Il rovescio della medaglia è che spesso queste nuove aree di nidificazione coincidono con litorali a elevata pressione turistica, il che rende più difficile individuare i nidi e metterli in sicurezza.

Ed è proprio questa la sfida del progetto europeo Life Turtlenest che ha lo scopo di tutelare le tartarughe marine attraverso il monitoraggio e la messa in sicurezza dei nidi, la ricerca scientifica e l’informazione della popolazione. Particolarmente importante è la collaborazione di gestori e personale degli stabilimenti balneari. Per esempio Legambiente, capofila del progetto, ha formato quest’anno quasi 5.000 assistenti bagnanti grazie a un accordo siglato con la Federazione Italiana Nuoto.

Una volta in mare però le baby tartarughe dovranno fronteggiare una serie di pericoli e insidie: si stima che soltanto 1 esemplare su 1000 arrivi all’età riproduttiva (20-25 anni). E su questo possiamo fare ben poco: è la legge della natura.

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