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Capraia a 5 Vele, rimosse dall’isola anche tredici tonnellate di amianto

Capraia a 5 vele, rimosse dall'isola anche 13.510 tonnellate di amianto grazie agli attivisti locali.
Foto da isoladicapraia.it

L’isola si aggiudica il riconoscimento insieme al Giglio per la salvaguardia della biodiversità. Lodevole l’attivismo degli isolani contro l’amianto.

 

Redazione

PARCO ARCIPELAGO TOSCANO (Li – Gr) – Capraia e Isola del Giglio si aggiudicano le 5 Vele. Il riconoscimento è stato assegnato dalla guida Il Mare più Bello curata da Legambiente e Touring Club Italiano. Capraia può vantare non solo il ritorno della Foca monaca e la prima nidificazione di Falco pescatore del 2021, ma anche una seconda e importantissima bonifica di amianto dopo quella del 2012, conclusasi proprio qualche giorno fa con lo scarico di 13,510 tonnellate rimosse in sicurezza dalla Eco Geo Ambiente di Livorno.

“Il progetto per lo smaltimento dell’amianto è stato fortemente voluto dagli isolani, nato all’interno del progetto pluriennale Capraia Smart Island e portato avanti senza alcun contributo pubblico dall’associazione di cittadini dell’isola” – raccontano Sofia Mannelli e Luca Torrigiani -“Abbiamo sempre avuto problemi di acqua potabile, almeno in estate, quando l’affluenza di turisti aumentava. Allora arrivavano le navi cisterna a rifornire i grandi serbatoi dell’acquedotto e in tutte le case erano presenti cisterne o cassoni in eternit per fare un po’ di scorta. Poi è stato costruito il dissalatore che ha risolto tutti i problemi. Serbatoi, grondaie, canne fumarie, discendenti, lamine ondulate per tetti e un grande capannone realizzato negli anni 80 erano diventati un problema reale”.

Per quanto riguarda le 5 vele all’Isola del Giglio e l’arretramento dell’Elba Legambiente fa sapere che “il Giglio viene premiato per l’area protetta a mare di Giannutri, le iniziative post naufragio della Costa Concordia e quelle di tutela della biodiversità intraprese anche con il Parco Nazionale. L’Isola d’Elba scende di un gradino rispetto al 2020 perché – nonostante i grandi progressi fatti sulla raccolta differenziata – le delibere plastic free di quasi tutti i Comuni non sono state attuate, se non in minima parte, mentre diverse amministrazioni comunali continuano a opporsi all’istituzione dell’area marina protetta e rimane irrisolta la gravissima questione dell’impatto insostenibile dei cinghiali introdotti sulla fauna e flora autoctone”.

E non è tutto. “L’estate 2020 ha visto un turismo nautico selvaggio che ha gettato le ancore ovunque, anche sulle praterie di Posidonia oceanica protette dalla Direttiva Habitat – conclude Legambiente – senza che venissero prese misure per la tutela del mare. Restano problemi per quanto riguarda la depurazione, le risorse energetiche rinnovabili e i trasporti marittimi (che nel 2020 sono aumentati), l’acqua e le cave, come l’ultima autorizzata che comporta la rimozione della sommità di una collina. E’ un vero peccato perché l’Elba avrebbe tutte le potenzialità per ambire alle 5 Vele”.