Ricerca

Anche a Pisa continua la ricerca per ridurre la sperimentazione animale

Il Ministero della Salute finanzia le Università di Pisa e Genova per la ricerca sui metodi sostitutivi alla sperimentazione animale
Foto sistema DALI: Università di Pisa

Il Ministero della Salute finanzia le Università di Pisa e Genova per cercare metodi sostitutivi alla sperimentazione sugli animali.

 

Redazione

PISA – Ogni anno 12 milioni di animali vengono utilizzati nei laboratori di ricerca di tutta Europa, 900.000 dei quali in Italia, per “servire” la scienza, la cosmetica, la chimica e persino l’industria bellica. Si usano animali nella ricerca di base delle università, nello studio di malattie umane e veterinarie, nelle neuroscienze, nella messa a punto di nuovi farmaci, ma anche a scopo didattico e nel monitoraggio ambientale (per sostanze che devono essere rilasciate nell’ambiente come i pesticidi) e nell’industria bellica (collaudo di nuove armi). Ne potremmo fare a meno?

Una risposta potrebbe arrivare dalle ricerche delle Università di Pisa e Genova sui metodi sostitutivi alla sperimentazione animale,  finanziate dal ministero della Salute. “Nel 2017 abbiamo fondato il Centro 3R – spiega Arti Ahluwalia dell’Università di Pisa di cui sono referente assieme alla collega Anna Maria Bassi di Genova. 3R sta proprio per Reduction, Replacement, Refinement, ossia riduzione, raffinamento e sostituzione della sperimentazione animale”.

In particolare il progetto pisano si focalizzerà sullo sviluppo di un “naso hi-tech”. Saranno messi a punto un modello in vitro avanzato di un polmone e un modello di nano-dosimetria in-silico. I due dispositivi potranno sostituire una serie di test di inalazione forzata attualmente eseguiti su animali per valutare il rischio di nanomateriali industriali. Il modello in vitro sarà costituito da un bioreattore capace di simulare l’ambiente dinamico dell’alveolo polmonare combinando diverse azioni: inspirazione, espirazione, flusso sanguigno e deposizione di aerosol su una membrana biomimetica contenente cellule della parete alveolare umana.

Il sistema DALI (Dynamic model of the ALveolar Interface) è composto da due bioreattori collegati con un circuito fluidico in grado di replicare il flusso sanguigno e con regolatori elettropneumatici che consentono la deformazione della membrana per replicare i movimenti respiratori.

Qualsiasi siano le ragioni, etiche, politiche e anche economiche, la possibilità di trovare alternative all’utilizzo di animali è più che mai opportuna ed è necessario considerare sempre, là dove possibile, la sostituzione della vivisezione con altre metodologie. Nonostante i finanziamenti per la ricerca non siano quasi mai sufficienti è auspicabile una riduzione progressiva del numero delle sperimentazioni e l’uso sempre più diffuso di metodi di ricerca che evitino la sofferenza e lo stress degli animali.

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