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Base militare nell’area Cisam di Pisa, quale destino per le scorie nucleari?

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Al progetto nel Parco di San Rossore si oppone La Città Ecologica: “Quale futuro per il reattore nucleare, le scorie e gli alberi di alto fusto?”.

 

Redazione
20 febbraio 2024

PISA – Il vecchio centro radar di Coltano, a sud di Pisa, era stato scelto dal governo guidato da Mario Draghi per diventare il quartier generale del Gruppo interventi speciali (GIS) del reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania e del nucleo cinofili dell’Arma. La scelta aveva suscitato un’ondata di proteste trattandosi di un’area protetta all’interno del Parco di San Rossore dove sarebbero dovuti sorgere edifici, poligoni di tiro, centri di addestramento, un eliporto, uffici e magazzini su un’area di 70 ettari.

Da un tavolo inter istituzionale dello scorso 6 settembre a Roma la decisione sembra ormai quella di realizzare gran parte della base militare all’interno dell’area Cisam (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari) a San Piero a Grado, nel cuore del Parco, mantenendo però anche altri sedi fra Coltano e altri luoghi. Il Cisam copre un’area boscata di circa 480 ettari, pochissimo edificata, con buona parte dell’edificato che ruota intorno alle funzioni connesse al reattore nucleare spento dal 1980 e in via di decontaminazione.

Il reattore è stato attivo dal 1963 al 1980 ma, come tutti i reattori nucleari, deve essere smantellato. L’acqua della piscina che conteneva il nocciolo del reattore è stata diluita e versata nel canale dei Navicelli una decina di anni fa. Nel bosco di San Piero a Grado il sito non è mai stato bonificato. In uno dei capannoni ha sede il Deposito di rifiuti radioattivi di origine militare e civile (l’unico in Italia) mentre in altre strutture si fa ricerca su radioattività ed elettromagnetismo.

Sulla questione è intervenuta in questi giorni l’associazione pisana La Città Ecologica che ha posto varie domande: “Qual è di preciso il progetto della nuova sede dei due reparti dei Carabinieri? Quanto sarà grande e dove sarà ubicata? Come si può parlare di “minore consumo di suolo” se si abbattono 2500 piante di alto fusto? Le tanto sbandierate 12.000 nuove piante sono una bufala. Non potrebbero che essere piantumate al posto degli attuali edifici di cui uno, il più grande, è il reattore nucleare”. 

L’associazione si chiede poi che ne sarà del reattore nucleare e dell’annesso Deposito di scorie radioattive militari nazionale. Secondo un documento del 2020 redatto dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare esse ammonterebbero a 894 metri cubi (radioattività molto bassa), 145 (bassa e media) e sorgenti radioattive dismesse per 4503 gigaBq, e non è chiaro a che punto sia l’attività di decommissioning del reattore. Secondo l’ingegnere nucleare Giorgio Ferrari serviranno almeno 15-20 anni per bonificare il sito e servirebbero dunque rilevantissimi investimenti, posto che ancora non è stato individuato un sito nazionale per le scorie nucleari”.

“Perché si continua a ignorare la presenza di caserme militari non utilizzate o sottoutilizzare in zona (Bechi Luserna e Gamerra)? – conclude La Città Ecologica – e cosa dice il Parco? Finora ha inserito gran parte del Cisam nelle Aree antropizzate a destinazione militare (DAM), di recente invenzione, nelle quali si possono aggiungere volumi liberamente e senza limiti. In questo modo il Parco tutela il proprio territorio? Esprimiamo tutta la nostra più ferma contrarietà, nel metodo e nel merito”.

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