Agricoltura

Canapa, una sentenza Ue può favorirne la coltivazione anche in Toscana

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La Corte di Giustizia europea ha sancito che l’olio di cannabidiolo non è uno stupefacente. Coldiretti: “Nuovi scenari per produzione e commercio”. In Toscana sono 1000 gli ettari coltivati.

 

Con l’aggravarsi dell’emergenza ambientale e il bisogno crescente di alternative naturali, la canapa sta vedendo riconosciute le sue molteplici proprietà e applicazioni, dal settore agricolo alla farmaceutica, dal tessile alla cosmesi, dall’alimentazione fino alla bioedilizia. La pianta sembra anche in grado di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera in quanto capace di assorbire le molecole di carbonio.

Una sentenza della Corte Ue apre nuove opportunità per centinaia di aziende agricole, con il boom della coltivazione della canapa in Toscana che conta circa 1000 ettari coltivati (Istat 2019). E’ quanto afferma Coldiretti Toscana in riferimento al pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione europea che ha sancito la possibilità di libera circolazione dell’olio di cannabidiolo (CBD) nel mercato interno ricordando che non è uno stupefacente.

“La Corte è intervenuta in merito alla commercializzazione di una sigaretta elettronica all’olio di cannabidiolo – sottolinea la Coldiretti -facendo finalmente chiarezza  sulla possibilità di distribuire e immettere al consumo in tutti gli Stati membri questa sostanza ottenuta da piante di canapa legalmente coltivate”.

La controversia, che ha origine dal divieto contenuto nella legislazione francese di commercializzare il CBD, apre, continua la Coldiretti “alla possibilità di un utilizzo in quanto sostanza diversa da uno stupefacente, non risultando avere effetti psicotropi e nocivi per la salute umana. Viene meno, dunque, la scelta di classificare le composizioni per la somministrazione ad uso orale di cannabidiolo come medicinali insieme a interpretazioni restrittive che le autorità di controllo hanno ancora di recente adottato ai fini del rilascio del mantenimento e del rinnovo delle autorizzazioni alla vendita di prodotti tipici da inalazione”.

“L’affermarsi di stili di vita più ecologici – spiega il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi – ha favorito la diffusione della canapa che è particolarmente versatile negli impieghi, ma anche in grado dal punto di vista colturale di ridurre il consumo del suolo, la percentuale di desertificazione e la perdita di biodiversità. Dobbiamo valorizzare la canapa italiana, di nostra tradizione, considerato che negli anni Quaranta eravamo il secondo Paese mondiale a produrla dopo la Russia e promuoverla all’estero per sostenere le aziende italiane anche nelle esportazioni”.

Si aprono dunque, secondo Coldiretti, prospettive commerciali del tutto inesplorate: “Il boom della coltivazione della cannabis in Toscana è stato contraddistinto dal moltiplicarsi di terreni e produzione oltre ad idee innovative nella trasformazione della canapa, pianta dai mille usi, dalla birra alla ricotta e agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a semi, fiori per tisane, pasta, taralli, biscotti e cosmetici e ancora vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita”.

Fonte: Coldiretti Toscana

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