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Cattivi odori a Calenzano, cinque anni di indagini ma la causa ancora non si trova

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Il problema riguarda la frazione di Settimello. Trovati valori chimici inferiori ai limiti. L’assessore all’Ambiente: “Andremo avanti con nuovi monitoraggi”.

 

di Gabriella Congedo
14 febbraio 2023

CALENZANO (Fi) – Rimane un mistero l’origine dei cattivi odori che affliggono da anni gli abitanti di Settimello, frazione di Calenzano. Un misto di sentore di ferro e di plastica bruciata che crea disagio a chi ci vive o ci lavora.
Si dirà: ma l’amministrazione comunale cosa fa? In realtà si è mossa subito. Le prime segnalazioni risalgono al 2018, ed è appunto dal 2018 che il Comune ha attivato ben cinque progetti di controllo (l’ultimo si è concluso lo scorso dicembre) in collaborazione con l’Università, Arpat, enti di ricerca e gli stessi cittadini.

Cinque anni di indagini che però finora non hanno portato a una soluzione, ovvero non è stata trovata la causa dei cattivi odori. I dati dei componenti chimici che emergono da tutte le varie fasi di campionamenti sono ampiamente inferiori ai limiti di legge. Se fosse un racconto giallo diremmo che ancora non si è trovato il colpevole.
Un resoconto delle cinque campagne di indagine condotte in questi anni è stato ora diffuso dal Comune di Calenzano.

 I primi due progetti sono stati fatti in collaborazione con Arpat (2018-2019) coinvolgendo anche un gruppo di residenti, i cosiddetti “nasi umani”, disponibili ad annusare l’aria a intervalli regolari e segnalare eventuali cattivi odori. Le schede compilate dai segnalatori sono state trasmesse all’agenzia regionale che ha analizzato i risultati. Da gennaio 2020 a marzo 2021 in convenzione con Arpat è stata installata anche una centralina in via Baldanzese per verificare la concentrazione degli inquinanti in atmosfera, cioè PM10, PM2,5 e NO2. Tutti i dati raccolti sono risultati nella norma.

Terzo progetto. Nel 2020 il Comune ha sottoscritto un accordo con il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze per un’analisi dettagliata sullo stato dell’aria, in particolare sull’inquinante atmosferico PM10. Le misure concordano con quelle effettuate da Arpat. Per tutti i metalli sono state rilevate concentrazioni medie molto inferiori alla media annua di riferimento e valori giornalieri sempre molto inferiori al valore di soglia.

Quarto progetto. A partire dal 2020 è stata poi avviata una collaborazione con uno studio di biologi per il biomonitoraggio lichenico di un’area che comprende anche Settimello. È emerso che le aree verdi come i giardini pubblici e il paesaggio collinare ricco di biodiversità che circonda il centro abitato influiscono notevolmente sul miglioramento della qualità ambientale.

Infine il quinto e ultimo progetto, sperimentale, attivato con l’Università di Firenze. Lo studio ha coinvolto un gruppo di cittadini volontari che hanno ricevuto dei dispositivi di campionamento dell’atmosfera. Nei campioni sono state trovate tracce di benzene, etilbenzene e toluene ma in concentrazioni talmente basse da non potersi ritenere la causa dei cattivi odori.
Infine nel dicembre scorso è entrato in azione un drone, sviluppato ad hoc per campionamenti atmosferici e fornito dei dispositivi che sono stati consegnati ai cittadini. Adesso la fase di sperimentazione si è conclusa ma sull’origine dei cattivi odori è ancora buio fitto.

Ad oggi, dopo cinque progetti, possiamo concludere che i valori della qualità dell’aria, anche in concomitanza con le maleodoranze, risultano inferiori ai limiti di legge. – commenta l’assessore all’Ambiente Irene Padovani – L’intenzione dell’amministrazione comunale è comunque quello di tenere alta l’attenzione e di proseguire con un progetto sperimentale come l’ultimo messo in campo, con un drone dotato di sistemi di campionamento”.

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