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Cave, la Regione Toscana aumenta l’estrazione del marmo. Legambiente: “Siamo all’assurdo”

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Variante al Piano regionale cave incrementa la produzione di marmo e pietre del 5% fino al 2038. Fausto Ferruzza: “Una resa alle pressioni delle imprese”. 

 

Redazione
22 marzo 2024

La Giunta regionale toscana ha deliberato una variante al Piano Regionale cave che consente di incrementare la produzione di marmo e pietre del 5% fino al 2038. Immediata la reazione di Legambiente, che nei giorni scorsi insieme ad Arci Toscana e Cai Toscana aveva denunciato l’estrattivismo e la depredazione del territorio apuano favorite dall’inerzia delle istituzioni.

Si tratta di una resa alle pressioni delle imprese e di un atto di abdicazione della Regione rispetto alla sua potestà di pianificare e programmare in modo sostenibile le attività estrattive in Toscana – tuona Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – Abbiamo preso atto che diverse cave hanno superato il limite fissato dal Piano Regionale Cave e molte altre lo stanno raggiungendo e per la Giunta Regionale l’unica soluzione possibile sembra quella di alzare il limite delle quantità escavabili”.

Per Ferruzza siamo arrivati all’assurdo: “Le aziende che non hanno saputo programmare l’attività estrattiva in modo da rispettare il limite fissato dalla normativa regionale, scaglionando nel tempo i quantitativi da escavare, invece di essere sanzionate vengono premiate, rendendo lecito ciò che lecito prima non era.”

Mentre le associazioni del territorio chiedono di “ridefinire i contingenti escavabili” sulle Apuane in base alla sostenibilità dei suoi ecosistemi e alla capacità di lavorazione della filiera locale dei prodotti lapidei e non alla domanda dell’industria edilizia e delle esportazioni estere, le decisioni prese dalla Giunta Regionale “vanno in direzione opposta, persino per le cave situate in area Parco”.

Legambiente Toscana chiama quindi alla mobilitazione il mondo ambientalista e la cittadinanza “per evitare questo ulteriore attacco all’inestimabile patrimonio di bellezza, paesaggio e biodiversità rappresentato dalle Alpi Apuane”. La richiesta alla Regione è quella di tornare indietro e bloccare questa variante, approvata senza aver consultato le parti sociali. Una scelta che Legambiente ritiene incomprensibile e che favorisce solo alcuni interessi aziendali, ponendo di fatto le premesse per una dérégulation del comparto estrattivo.

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