Attualità

Indovina chi viene a cena, inchiesta di Rai 3 sulla base militare di Pisa

Sabrina Giannini (immagine Rai 3)
Sabrina Giannini (immagine Rai 3)

Nella puntata di domenica 24 marzo la conduttrice Sabrina Giannini si è occupata del progetto di costruzione nell’area Cisam nel Parco di San Rossore.

 

Redazione
27 marzo 2024

PISA – Da un tavolo inter istituzionale dello scorso 6 settembre a Roma la decisione sembra ormai quella di realizzare una base militare all’interno dell’area Cisam (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari) a San Piero a Grado, nel cuore del Parco di San Rossore, un’area boscata di circa 480 ettari che ruota intorno al reattore nucleare spento dal 1980. Il progetto ha già suscitato le reazioni di molti gruppi ambientalisti considerato che il sito non è mai stato bonificato dai rifiuti radioattivi di origine militare e civile ed esiste il rischio concreto che possano essere abbattute 2.500 piante di alto fusto.

Sulla questione ha realizzato un servizio anche Indovina chi viene a cena, il programma d’inchiesta di Rai 3 ideato e condotto da Sabrina Giannini che indaga l’attualità del cibo industriale, dello sfruttamento delle terre, delle acque e della caccia tra ambiente, animali e modelli alimentari sostenibili. E’ stato Pierluigi D’amico, presidente dell’associazione pisana La Città Ecologica, a ripubblicare sul proprio canale You Tube il servizio televisivo e a denunciare che ora la situazione è arrivata alla ribalta nazionale, le associazioni ambientaliste hanno fatto la loro parte e la parola passa alla politica e ai cittadini”.

Per La Città Ecologica “la base Cisam snaturerà il Parco, contrasta apertamente con l’articolo 9 della Costituzione, ecco perché da tempo denunciamo questo obbrobrio ambientale”. Secondo un documento del 2020 redatto dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare le scorie radioattive ammonterebbero a 894 metri cubi (radioattività molto bassa), 145 (bassa e media) e sorgenti radioattive dismesse per 4503 gigaBq, e non è chiaro a che punto sia l’attività di decommissioning del reattore. L’ingegnere nucleare Giorgio Ferrari sostiene che “serviranno almeno 15-20 anni per bonificare il sito e servirebbero dunque rilevantissimi investimenti, posto che ancora non è stato individuato un sito nazionale per le scorie nucleari”. 

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