Rifiuti e riciclo

Discariche della Valdera, stop a Legoli ma la Grillaia può riaprire

Foto da pagina Facebook di Valdera avvelenata.
Foto da pagina Facebook di Valdera avvelenata.

700 persone hanno sfilato per chiedere il ritiro dell’atto che ha permesso la riapertura della Grillaia. Bocciato intanto l’ampliamento della discarica di Legoli.

 

di Marcello Bartoli
6 marzo 2023

PONTEDERA (Pi) – A pensare che la terra di Valdera ospita persino un biodistretto si fa fatica a pensare a rifiuti e inquinamento, ma la Grillaia è stata una delle più grandi discariche di rifiuti speciali della Toscana, tra le colline di Chianni, Lajatico e Terricciola. Nata per rispondere all’emergenza dello smaltimento dei fanghi conciari, è ferma dal 1998 dopo che un’ondata di proteste ha indotto la Provincia a chiuderla. Solo che in questi 24 anni l’impianto non è mai stato messo in sicurezza e manca un atto di chiusura definitiva.

Nel frattempo ha continuato ad alimentare feroci polemiche. Nel 2020 una delibera della Giunta regionale toscana ha ridato fuoco alle polveri autorizzando il conferimento di 270 mila metri cubi di rifiuti, in gran parte eternit, equivalenti a circa 351 mila tonnellate. Un progetto presentato da Nuova Servizi Ambiente, il gestore dell’impianto, a cui è subentrato il Gruppo Vergero. L’iter è andato avanti nonostante il ricorso amministrativo e gli esposti presentati a partire dal 2020 da comitati e gruppi di cittadini.

Valdera-Avvelenata-amianto-Grillaia-Chianni-Legoli-discarica-Toscana-ambienteL’ultima manifestazione di sabato 4 marzo ha visto circa circa 700 persone sfilare per le vie di Pontedera per chiedere alla Regione il ritiro della delibera di giunta numero 625 del 25 maggio 2020, l’atto che ha permesso la riapertura della discarica. A organizzare la manifestazione il coordinamento Valdera Avvelenata, composto da 12 associazioni.

In piazza erano presenti oltre 40 realtà locali, provinciali e regionali, a partire dai comitati nati dopo lo scandalo Keu sullo smaltimento illegale dei rifiuti conciari, ma anche i circoli, il movimento contro la nuova base militare a Coltano, nel Pisano, l’Usb Piaggio, i gruppi di studenti, chi manifesta contro il rigassificatore di Piombino e Legambiente.

È lo stesso coordinamento a ricordare i numeri dell’asbesto. “Fuori legge dal 1992 l’amianto continua a uccidere: sono 7.187 in Toscana le denunce dei lavoratori. I dati del 2019 per la Toscana parlano di 2.500 mesoteliomi accertati per esposizione all’amianto da lavoro, famigliare o ambientale e di 500/600 decessi l’anno”.

Intanto, restando in Valdera, è notizia di qualche giorno fa la bocciatura del maxi progetto di ampliamento presentato dalla Belvedere Spa, azienda che gestisce la discarica di Legoli, a Peccioli. Il “no” è arrivato durante l’ultima conferenza dei servizi, il verbale della conferenza recitava che il progetto “costituisce un sacrificio ambientale non giustificato da adeguate motivazioni relative a esigenze da soddisfare e non si pone quindi in una logica di proporzionalità fra consumo delle risorse e benefici per la collettività”.

Il progetto prevedeva il conferimento di ulteriori 5 milioni 275 mila metri cubi di rifiuti speciali per una volumetria totale lorda che come ordine di grandezza sarebbe andata quasi a raddoppiare quella esistente. Le volumetrie appaiono dunque già capienti ed esistono altri impianti sul territorio per la gestione dei rifiuti speciali.
Va considerato inoltre che la discarica di Legoli si trova lontano dai centri di produzione degli speciali e questo genererebbe un aumento notevole del traffico da e verso la Fi-Pi-Li. A preoccupare c’è poi la questione aperta che in zona non è mai stata effettuata un’indagine sanitaria sulla popolazione. Per finire, appare come un progetto apertamente in contrasto con le linee guida sull’economia circolare più volte declamate dalla Regione Toscana.

Tags