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Domeniche di sangue, Sì Toscana: “Vietare la caccia nei giorni festivi”

Foto da www.wwf.it
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Il capogruppo Fattori: “Campagne e boschi sono di tutti, vogliamo passeggiare senza rischiare la vita”. E intanto il Wwf scrive al ministro dell’Interno.

 

Non è più tollerabile che chi vuole fare un’escursione o una passeggiata nella natura debba avere a che fare con persone armate che seminano piombo per le campagne. Né che il bilancio di ogni stagione di caccia sembri un bollettino di guerra. E mentre il WWF scrive al ministro dell’Interno Salvini perché siano adottate misure urgenti, in Toscana il gruppo consiliare Sì Toscana a Sinistra presenta una mozione dove si propone di vietare le battute di caccia nei giorni festivi.

“Il numero di incidenti causati dalla caccia negli ultimi anni è spropositato e possiamo ormai contare centinaia di feriti ma anche svariati morti, purtroppo, sia tra i cacciatori, sia tra i tanti cittadini che sono stati coinvolti loro malgrado – dichiara il capogruppo Tommaso Fattori. E’ accettabile che un ragazzo di 19 anni possa morire mentre passeggia con il proprio cane perché colpito a morte da un coetaneo? Possono accettarlo gli stessi cacciatori”.

Oggi la natura è molto più frequentata rispetto a 30 fa e la presenza di famiglie, escursionisti, passeggiatori è incompatibile con la presenza di un “esercito armato”, tanto più che spesso non vengono rispettate le distanze minime da strade e centri abitati. “Le campagne, i boschi e le montagne sono di tutti – prosegue Fattori – Soprattutto nei giorni festivi e nei mesi di bella stagione, come settembre e ottobre, camminare, fare escursioni e attività sportiva o cercare funghi o castagne non può comportare un rischio mortale. Con la mozione presentata oggi chiediamo che la Regione Toscana vieti immediatamente la caccia nei giorni festivi, a partire dalla cosiddetta ‘braccata’, sicuramente la pratica più pericolosa. Chiediamo anche di posticipare la prossima stagione venatoria quantomeno al primo ottobre e di esigere controlli rigorosi sul rispetto della distanza di sicurezza da abitazioni e centri abitati, distanza che comunque andrebbe aumentata”.

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