Opinioni

Gestione del verde urbano: serve più rispetto per i nidi, lo impone anche la legge

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Picchio muratore su platano (foto di P. Ascani)

A Firenze nidificano molte specie come Capinera, Cinciallegra, Cinciarella, Cardellino. Anche fra i rami e nelle cavità dei pini di viale Redi. 

 

a cura della Delegazione Lipu di Firenze
19 giugno 2023

FIRENZE – Il verde urbano offre un’ampia gamma di benefici per la salute psico-fisica delle persone, che vengono definiti “servizi ecosistemici”. È notizia di questi giorni che 8 italiani su 10 respirano aria malsana e le foglie degli alberi sono il nostro principale alleato, sia per migliorare la qualità dell’aria (produzione di ossigeno e rimozione di polveri sottili e altri inquinanti) che per prevenire allagamenti e alluvioni.

Al tempo stesso, le piante in città caratterizzano il paesaggio e garantiscono la biodiversità. In particolare in questa fase si svolge il delicato ciclo riproduttivo dell’avifauna. Tutte le specie di uccelli sono protette in qualsiasi ambiente (aree urbane incluse) dalla legge nazionale 157/92 la quale agli articoli 3 e 21 comma “o” tutela nello specifico anche i nidi. Entra in gioco pure il Decreto Ministeriale n° 63 del 10 marzo 2020 sui CAM (Criteri Ambientali Minimi) del verde pubblico, in particolare con l’art. 9 sul rispetto della fauna e l’art. 11 sulla manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo.

Peraltro i CAM costituiscono obblighi immediatamente cogenti secondo la sentenza del Consiglio di Stato n. 8773 del 14 ottobre 2022. Lo stesso Consiglio di Stato con la sentenza del 27 ottobre 2022 ha dichiarato che gli alberi non possono essere abbattuti se non sono pericolanti.

Infine vi è la legge regionale toscana 30/2015 che, oltre a tutelare i nidi con l’art. 79 comma d), sempre all’art. 79 ma al comma b) vieta “il deterioramento e la distruzione dei siti di riproduzione o di riposo delle specie in Allegato II della Convenzione di Berna”. Tale allegato include diverse specie presenti in città come Firenze, ad esempio Capinera, Cinciallegra, Cinciarella, Cardellino e molte altre (peraltro stiamo coordinando i censimenti ornitologici per la quarta edizione dell’Atlante degli uccelli nidificanti a Firenze). Ciò implica il rispetto degli habitat di nidificazione, quali sono le aree verdi urbane, anche in ottica preventiva e precauzionale.

La conferma scientifica viene dagli standard internazionali degli atlanti ornitologici, con cui si definisce “nidificazione possibile” il rilevamento di un uccello che canta nel periodo adatto alla nidificazione e nell’habitat idoneo (es. un’alberatura in città), così come riportato nell’articolo “Uccelli in città” pubblicato nella rivista “Natura” edita dai Carabinieri (numero 116, maggio-giugno 2020, pagina 34: https://www.carabinieri.it/media—comunicazione/natura/la-rivista/archivio-natura/anno-2020/natura-n-116-maggio—giugno).

In merito ai monitoraggi che possono essere effettuati per l’accertamento delle nidificazioni di avifauna su alberi e altra vegetazione, essi devono essere condotti nelle prime ore della mattina impiegando una strumentazione idonea (binocolo), e oltre alle osservazioni da terra si rende necessaria un’ispezione della chioma e delle fronde utilizzando un cestello (con il rischio però di danneggiare e disturbare gli stessi nidi). Vi sono da considerare pure le specie che nidificano in cavità e non lasciano tracce esterne, ragion per cui occorre individuare tutte le fessure con diametro superiore a 2,5 cm presenti nel tronco e nelle branche (incluse quelle nelle parti più alte delle piante) ed esaminarle con una sonda o un endoscopio.

Infatti, ad esempio, una femmina di Cinciallegra Parus major o di Cinciarella Cyanistes caeruleus (specie nidificanti a Firenze, anche nella zona del viale Redi) quando è in cova può restare entro alla cavità-nido per periodi anche superiori a 15 minuti (secondo lo studio di Kluijver la media è di 28 minuti circa, e si può arrivare a un lasso di tempo di 68 minuti senza che l’adulto esca dal nido) – e dall’esterno non vi sono indizi per verificarne la presenza – per poi uscire rapidamente e furtivamente, con modalità non sempre facili da notare.

Intanto un’indagine tra gli ornitologi toscani – appartenenti all’associazione regionale scientifica di riferimento – ha permesso di verificare che sono almeno 18 le specie che nidificano su rami e in cavità del Pino domestico Pinus pinea (di cui 12 nidificano regolarmente a Firenze). Le specie quali il Verzellino e il Cardellino allestiscono nidi di pochi centimetri di diametro, abilmente camuffati tra gli aghi e la vegetazione. Per cui si ribadisce la difficoltà e la complessità di comprovare scientificamente che su un albero maturo non vi siano nidificazioni in corso, anche da parte degli ornitologi più esperti, così come emerge dai due pareri Ispra (prot. n. 53526 del 11 ottobre 2021 e prot. n. 28907 del 3 maggio 2019).

Diversamente, se qualcuno è in possesso di metodologie di indagine ornitologica nuove e mai condivise con la comunità scientifica l’occasione per esporle può essere il prossimo Convegno nazionale di Ornitologia che si svolgerà in autunno a Varese.

Su questi temi del rispetto della nidificazione nell’ambito della gestione del verde urbano (abbattimenti e potature di alberi e siepi) abbiamo ripetutamente cercato di sensibilizzare il Comune di Firenze e anche di recente con una nota del 3 maggio scorso, e l’abbiamo fatto nuovamente in data 12 giugno u.s., oltre al messaggio diffuso a livello nazionale tramite ANCI il 26 gennaio 2022.
È auspicabile quindi che quando si parla di valorizzazione del verde urbano e gestione sostenibile si passi compiutamente dalle parole ai fatti, applicando le norme che già ci sono che, se fatte rispettare, potrebbero garantire un ambiente sano e più ricco di biodiversità.

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