Inquinamento

Goletta Verde in Toscana, l’80% dei campioni esaminati oltre i limiti di legge

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Legambiente: “Peggioramento rispetto agli anni scorsi che dimostra l’inadeguatezza dei depuratori e la presenza di scarichi illegali”. 

 

Redazione
6 luglio 2023

È uno stato di salute preoccupante quello che emerge dal monitoraggio di Goletta Verde sulle acque marine e le coste toscane, con l’80% dei campioni esaminati risultati oltre i imiti di legge. Sono stati presentati ieri in conferenza stampa i risultati della tappa toscana della storica campagna estiva di Legambiente. Risultati decisamente peggiori degli anni scorsi.

L’obiettivo delle analisi di Goletta Verde è individuare le criticità dovute a una cattiva o assente depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, principali veicoli dell’inquinamento che arriva in mare. Per questo motivo – precisano i rappresentanti di Legambiente – i campionamenti di Goletta Verde non vogliono sostituire i dati ufficiali sulla balneabilità ma vanno a integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti, in particolare ARPAT, l’unico ente abilitato a determinare la balneabilità di un tratto di costa.

I prelievi sono stati effettuati tra il 19 e il 21 giugno 2023. “In alcune zone – fanno sapere da Legambiente – fino ad alcuni giorni prima dei prelievi è piovuto in maniera persistente. Ciò ha provocato, molto probabilmente, lo scarico diretto nei corsi d’acqua degli scolmatori di piena senza passare dagli impianti di depurazione. Si tratta di una concausa che non giustifica le forti criticità riscontrate”.

Dei 20 campioni esaminati 17 sono stati prelevati in foci di fiumi o canali e 3 a mare. Ben 16 i campioni risultati fuori dai limiti di legge alle analisi microbiologiche fatte da laboratori specializzati sul territorio: 12 punti sono stati giudicati fortemente inquinati, in quanto i campioni superano di più del doppio i limiti normativi considerati, 4 invece hanno avuto il giudizio di inquinato. 

Andando nel dettaglio tre punti su quattro in provincia di Massa Carrara sono risultati fortemente inquinati: la foce del torrente Carrione alla Marina di Carrara, il torrente Lavello in località Partaccia e il fiume Brugiano verso Ronchi, questi ultimi nel comune di Massa. Inquinata la foce del fiume Versilia in località Cinquale, a Montignoso. Fortemente inquinati entrambi i punti in provincia di Lucca, alla foce del fosso Fiumetto a Marina di Pietrasanta e del fosso dell’Abate al Lido di Camaiore, e per il punto alla Marina di Pisa, alla foce del fiume Arno. 

In provincia di Livorno sono risultati fortemente inquinati i punti alla foce del canale scolmatore a Calambrone, la foce del fiume Cecina nell’omonimo Comune e il punto preso a mare antistante allo scarico di via Salivoli a Piombino. Sull’Isola d’Elba è risultato fortemente inquinato il campione prelevato al fosso della Madonnina, a Portoferraio; entro i limiti i campioni presi alla foce unica dei fossi di Mola, a Capoliveri, sulla spiaggia presso il moletto del pesce a Marciana Marina e alla foce del fosso Galea/La Pila in località La Foce a Campo nell’Elba. 

 Sono 6 infine i punti in provincia di Grosseto: la foce del Gora a Follonica e la foce del Bruna a Castiglione della Pescaia sono risultati fortemente inquinati, tre punti campionati hanno ricevuto il giudizio di inquinati: due nel comune di Orbetello, la foce del fiume Osa a Fonteblanda e la foce del fiume Albegna, e uno ad Ansedonia alla foce del fosso Tagliata Etrusca. Entro i limiti il campione prelevato in spiaggia, di fronte al canale, tra Poggio Pertuso e Cala Galera nel comune di Monte Argentario. 

 La fotografia di Legambiente è stata scattata in un periodo in cui anche ARPAT, in alcune località, ha rilevato alcuni problemi sulla balneazione. La maggior parte dei divieti temporanei dipende dalla presenza di acque contaminate trasportate a mare da piccoli corsi d’acqua (fossi, torrenti) che, a loro volta, sono interessati da scarichi civili o industriali.

La situazione fotografata evidenzia un peggioramento rispetto agli scorsi anni – hanno commentato Fausto Ferruzza e Federico Gasperini, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Toscana. I risultati delle analisi dimostrano l’inadeguatezza dei depuratori nell’entroterra e sulla costa e, fenomeno ancor più grave, il perdurare di scarichi di reflui illegali. Questa situazione è particolarmente evidente sul tratto settentrionale della costa toscana dove sarebbe necessario un potenziamento in termini di qualità e quantità dei nostri impianti“. 

I volontari di Legambiente hanno riscontrato anche problemi relativi all’informazione ai cittadini confrontando quanto riportato sul Portale delle Acque del Ministero della Salute, strumento ufficiale di comunicazione sulla balneazione, e la presenza dei cartelli di divieto. In dieci punti non campionati dalle autorità competenti, e quindi aree non adibite alla balneazione, in 3 solamente è stato trovato il cartello di divieto. Invece in due punti che sul Portale risultano balneabili sono stati trovati cartelli di divieto di balneazione. 

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