Ecosistema

Il “fungo selvaggio” nelle Foreste casentinesi non risparmia la riserva patrimonio Unesco

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Foto Parco nazionale delle Foreste casentinesi

Pioggia di multe da parte dei Carabinieri forestali. Il presidente del Parco Luca Santini: “Attività bella e salutare se fatta nel rispetto dell’ambiente”.

 

di Iacopo Ricci
21 ottobre 2022

AREZZO – Dopo un lunghissimo periodo di siccità con le piogge di settembre è partita la stagione dei funghi nel Parco nazionale delle Foreste casentinesi. Tanto è bastato per attirare sciami di appassionati ricercatori. In sé nulla di male, andar per funghi è un’attività piacevole che ci riporta a contatto della natura. Ci sono però delle regole da rispettare, soprattutto in un’area protetta. Per esempio non si possono cercare funghi nelle ore di buio e al di fuori dei sentieri.

I Carabinieri forestali incaricati della sorveglianza nel Parco nazionale hanno, al solito, svolto controlli in modo da consentire una ordinata e regolare ricerca dei funghi nel rispetto dei regolamenti della Riserva e scoraggiare i comportamenti scorretti. E anche quest’anno sono stati molti i fungaioli multati per la ricerca notturna dei funghi con le torce nel Parco. Farlo può costare fino a 150 euro, multa che aumenta se si viene trovati in possesso del prodotto della raccolta. “È una condotta non in linea con il rispetto di ambienti di alto pregio, tutelati, come le nostre foreste vetuste – spiega una nota del Parco – e che può inoltre rappresentare un pericolo per l’incolumità dei fungaioli stessi”.

I giorni scorsi, tuttavia, due quarantenni hanno deciso di tentare la fortuna nella Riserva integrale del Sasso Fratino patrimonio Unesco, un’area delicata e preziosa dove è proibito il libero accesso. I Carabinieri forestali del Parco li hanno beccati e multati con una sanzione di 500 euro ciascuno. Se vogliamo gli è andata anche bene visto che, se li avessero trovati in possesso dei funghi raccolti nella riserva integrale, la multa sarebbe arrivata per ognuno di loro a 2.000 euro.

Bisogna rendersi conto, anche a fronte di “leggende metropolitane” sulla presenza di “quintali” di funghi nelle aree più selvagge del Parco, che la somma di comportamenti apparentemente semplici o innocui può portare a conseguenze pesanti sugli ambienti forestali.
Non si tratta certo di contrastare un’attività bella e anche salutare come la ricerca dei funghi, se fatta nel rispetto degli altri e dell’ambiente – commenta il presidente del Parco Luca Santini – L’attenzione deve estendersi anche a chi non può parlare e protestare: la foresta. Quest’ultima ci dice da sempre solo una cosa: “serva me servabo te” (conservami e io ti conserverò). È certo un messaggio che tutti dovrebbero fare proprio, visti i tempi che corrono e il clima che cambia“.

Controllo di routine dei Carabinieri forestali nel parco
Controllo di routine dei Carabinieri forestali nel parco

 

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