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Incendio Monti Pisani: bellezza e sicurezza vanno in fumo

Foto Regione Toscana
Foto Regione Toscana
Il presidente Rossi firma lo stato di emergenza. Legambiente Toscana: “Finita l’emergenza urgente una  riflessione su cambiamenti climatici e strumenti di prevenzione”.

 

CALCI (Pi) – Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, appena rientrato dal sopralluogo sul Monte Serra, ha firmato il decreto che attiva lo stato di emergenza regionale in seguito al gravissimo incendio che ha già distrutto 600 ettari di bosco e costretto oltre 700 persone ad abbandonare le proprie abitazioni in frazioni dei Comuni di Calci e Vicopisano. Con un successivo provvedimento saranno stanziati 200mila euro per coprire le spese di soccorso e assistenza.

Intanto prosegue il lavoro di spegnimento sia sul fronte di Calci che su quello di Vicopisano, reso più difficile dalle forti raffiche di vento. La situazione meteorologica al momento è migliorata e i soccorritori stanno cercando di sfruttarla al massimo prima del peggioramento atteso in serata.

Non è la prima volta che il Monte Serra brucia, ma l’incendio scoppiato ieri sera non ha precedenti. “Non conosciamo ancora cause e responsabilità, forse dolo, forse grave imprudenza – scrive in una nota Legambiente Toscana – Certo è che il danno materiale è altissimo, come pesante per i residenti è la ferita nella relazione coi luoghi. Il patrimonio naturale, paesaggistico e sociale di questo territorio ha un valore eccezionale, non commensurabile in termini meramente economici”.

Sconcerto e preoccupazione esprime il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza: “Aspettiamo di conoscere i rapporti dei Vigili del Fuoco, ai quali in questo momento siamo vicini, per comprendere meglio dinamiche e responsabilità. Finita l’emergenza, sarà poi necessario riflettere sugli strumenti di prevenzione nel nostro Paese, compresa l’attenzione sulle conseguenze di un clima che estende a dismisura la stagione calda. Lo ripetiamo da tempo: l’unica “grande opera” di cui il nostro Paese ha bisogno è l’adattamento ai cambiamenti climatici, che ci permetterà di difenderci meglio dalle calamità, naturali e non solo”.

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