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Interferenti endocrini, pesticidi, salute riproduttiva: cosa bisogna sapere

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Dalla pubertà precoce all’infertilità, pesticidi e sostanze chimiche possono alterare l’equilibrio ormonale e il fisiologico sviluppo dell’organismo.

 

di Patrizia Gentilini – Giunta nazionale ISDE

isde_logo_piccoloE’ stato di recente riportato sulla stampa (1) quanto osservato da una pediatra marchigiana circa l’anticipo della pubertà fra le bambine della provincia di Fermo che vedono comparire i primi segni dello sviluppo sessuale prima degli 8 anni. Questa osservazione ha indotto il Ministero della Salute a istituire un team di ricerca, di cui fa parte anche la suddetta pediatra, incaricato di indagare il ruolo causale in questa vicenda dell’esposizione a pesticidi il cui uso è particolarmente intenso nel territorio marchigiano.

La notizia è importante perché finalmente anche il grande pubblico viene informato sui rischi dei pesticidi e delle sostanze chimiche che agiscono come “interferenti endocrini” potendo alterare l’equilibrio ormonale e il fisiologico sviluppo dell’organismo. Lo sviluppo precoce della ghiandola mammaria, la comparsa prima del tempo del pelo pubico e ascellare e della prima mestruazione nelle bambine è il segnale di una attività estrogenica eccessiva e fuori tempo che può comportare una serie di rischi non trascurabili, come ad esempio maggior rischio di cancro alla mammella, che – come è noto – è un tumore ormono-correlato.

Scopo di questo articolo è fare il punto sugli interferenti endocrini e in particolare su quali sono le categorie di pesticidi che esercitano questa azione e come possiamo difenderci. Credo innanzi tutto che vada sottolineato che, se da un lato è lodevole il fatto che il Ministero della Salute si preoccupi di approfondire quanto succede in provincia di Fermo, dall’altro è proprio il Ministero della Salute che rilascia le autorizzazioni non solo all’utilizzo di pesticidi, compresi quelli in grado di interferire con l’attività ormonale, ma che anche consente l’utilizzo in deroga di centinaia di prodotti già messi al bando per la loro tossicità o pericolosità, comportamento che personalmente mi sembra, quanto meno, piuttosto schizofrenico e incongruente.

COSA SONO GLI “INTERFERENTI ENDOCRINI”?

Questo termine, introdotto per la prima volta nel 1991, è la traduzione dall’inglese “endocrine disruptors” e contempla tutte le sostanze di diversa natura chimica quali metalli pesanti, diossine, Policlorobifenili (PCB), pesticidi, Idrocarburi Policiclici Aromatici ( IPA), ritardanti di fiamma, bisfenolo A che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o eliminazione degli ormoni.

Sono sostanze quindi che, pur diversissime fra loro, sono accomunate dalla possibilità di interagire, a dosaggi bassissimi, sulla capacità delle cellule di comunicare tra loro attraverso gli ormoni. Secondo la Società Europea di Endocrinologia le sostanze con questo tipo di azione sono oltre un migliaio, ma ben 85.000 sono quelle di uso corrente non testate al riguardo ma sospettate di svolgere questi effetti. Altre caratteristiche comuni degli interferenti endocrini sono l’assenza di soglie di sicurezza e la possibilità di esplicare effetti negativi non solo sull’individuo adulto esposto, ma anche sulle sue cellule germinali (ovociti, spermatozoi) con effetti che possono ricadere a cascata sulle future generazioni, eventualità questa che desta ovviamente grandissime preoccupazioni nella comunità scientifica.

Queste sostanze sono presenti ovunque, anche nel nostro ambiente domestico, nei detergenti, nei cosmetici, nei tessuti trattati, nei rivestimenti, nei contenitori dei cibi e già alcuni anni fa, a cura del Ministero dell’Ambiente, fu messo a punto un decalogo ”Conosci, Riduci Previeni, Interferenti Endocrini” (2) con utili consigli da adottare per cercare di ridurre l’esposizione e quindi i rischi per la salute.

I rischi per la salute che conseguono all’esposizione a interferenti endocrini, specie se l’esposizione avviene durante la gravidanza o le prime fasi della vita, sono moltissimi: difetti alla nascita, alterazioni metaboliche con aumento in particolare di obesità, ipertensione e diabete, malattie della tiroide e deficit immunitari, disturbi neuro-comportamentali, tumori ormono-dipendenti quali a prostata e mammella e soprattutto alterazioni della salute riproduttiva sia per i maschi che per le femmine e di queste ultime parlerò, in particolare, per quanto riguarda i pesticidi.

INTERFERENTI ENDOCRINI E SALUTE RIPRODUTTIVA

Le funzioni della sfera riproduttiva sono fra le più fragili e delicate del nostro corpo e in particolare lo sperma maschile è estremamente suscettibile agli agenti tossici e agli inquinanti, tanto da essere considerato un indicatore della qualità ambientale. Infertilità, abortività spontanea, prematurità, nati sotto peso, complicanze ed esiti infausti della gravidanza, malformazioni sono problemi sempre più frequenti e causa di grande disagio e sofferenza in quanto investono direttamente le sfere più intime: da quella relazionale e di coppia a quella affettiva e sessuale.

L’infertilità affligge ormai nel nostro paese oltre il 15% delle coppie che cercano di avere un figlio, tra le donne sono frequenti malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie. Tra i maschi aumentano invece le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, alterando la qualità del seme.
In particolare nei maschi occidentali il numero e la concentrazione degli spermatozoi si sono ridotti di oltre il 50% rispetto al 1973. A livello globale si registra un aumento dei casi di ipospadia (malformazione per cui lo sbocco dell’uretra non è alla sommità del glande ma lungo il pene o alla sua base), criptorchidismo e cancro testicolare. Ma anche l’esito della gravidanza può essere alterato per aumento dell’abortività spontanea, basso peso alla nascita in relazione all’epoca gestazionale, prematurità, malformazioni congenite, distacco di placenta e morte fetale (3,4).

PESTICIDI COME INTERFERENTI ENDOCRINI

Fra i pesticidi i principali gruppi con la capacità di interferire con l’attività ormonale sono: insetticidi clorurati (lindano, dieldrin), fungicidi (vinclozolin, linorun), triazolici (ciproconazolo), imidazoli (imizaloil), triazine (atrazina), ma anche insetticidi organofosforici come il clorpirifos ed erbicidi come il glifosate.

In genere i pesticidi hanno un’azione simil estrogenica, analoga quindi a quella degli ormoni femminili e ciò spiega nelle bambine la pubertà precoce osservata dalla pediatra marchigiana; nei maschi si registra un’azione femminilizzante che può comportare sviluppo anomalo delle mammelle (ginecomastia), riduzione del volume e peso di testicoli, epididimo, vescicole seminali e prostata con alterazione della qualità dello sperma.

In particolare gli organofosforici possono alterare la qualità dello sperma in vari modi: riduzione della densità, motilità e numero degli spermatozoi, inibizione della spermatogenesi, aumento delle anomalie al DNA e alterazioni della loro morfologia (5,6). Per esposizione a DDT, aldrin, chlordane, dieldrin, endosulfan, atrazina, vinclozolin si è osservato incremento dell’abortività spontanea, effetti antiandrogeni con demascolinizzazione e cambiamenti nello sviluppo puberale. Importanti correlazioni fra esposizione a pesticidi (in particolari erbicidi), malformazioni, morte intrauterina, ritardi di crescita, alterazioni nella fecondazione sono giunte da studi sperimentali e da studi epidemiologici di sorveglianza sui veterani americani del Vietnam, coorte in cui è stata documentato un aumentato rischio di spina bifida ed anencefalia. Un più alto rischio di ipospadia è emerso per esposizione prenatale sia materna che paterna (7) ed è interessante notare che da un recente studio è emerso che un’alimentazione di tipo biologico in gravidanza si è dimostrata protettiva nei confronti dell’ipospadia (8).

Anche l’endometriosi – patologia complessa che affligge le giovani donne caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina e soggetto a sanguinamento ciclico analogamente a quanto accade fisiologicamente nell’utero con le mestruazioni – comporta gravi conseguenze sulla fertilità femminile. Aderenze, esiti cicatriziali, stenosi tubarica e terapie farmacologiche con blocco dell’ovulazione spesso adottate per contenere la malattia riducono infatti notevolmente la possibilità del concepimento. Su un centinaio di donne sottoposte a laparoscopia per endometriosi sono stati dosati nel sangue alcuni pesticidi: i più alti livelli di clordano, fungicidi aromatici, esaclorobenzene sono risultati associati con un rischio 5 volte superiore di endometriosi. (9) Questi risultati sono stati confermati in un ampio studio caso-controllo condotto su 248 casi di endometriosi chirurgicamente confermata e 538 controlli sani, tutti sottoposti a dosaggio ematico di β-esaclorocicloesano (HCH) e mirex. Per i livelli più elevati di HCH si è evidenziato un aumento del rischio per endometriosi del 70% e per il mirex del 50% (10).

CONCLUSIONI
Credo che al di là dei risultati delle indagini e degli studi in corso in realtà disponiamo già di conoscenze ed evidenze più che sufficienti per indurci a cambiare radicalmente il nostro modo di produrre, consumare e soprattutto di alimentarci.
In particolare va posta la massima attenzione al periodo della gravidanza, il più cruciale della nostra vita e a questo proposito abbiamo predisposto come ISDE un opuscolo dal titolo emblematico: “Proteggi la salute di tuo figlio prima ancora che nasca” (11).

Noi medici ISDE mai ci stancheremo di ribadire che solo agendo sulle cause delle malattie – a cominciare da una drastica riduzione delle sostanze tossiche ed inquinanti, pesticidi in primis – è possibile tutelare la salute pubblica, compresa quella riproduttiva.

Questo è l’insegnamento e l’eredità che ci ha lasciato Lorenzo Tomatis, il nostro grande e indimenticabile Maestro, che per tutta la vita ha profuso il suo impegno di ricercatore e scienziato per far capire che la salute va difesa evitando o riducendo il più possibile l’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti, tossici e cancerogeni, ovvero per la Prevenzione Primaria. Ma, come Lui scrisse: “la Prevenzione Primaria tutela la salute e protegge il ricco come il povero, ma non porta onori, fama o denari ed è purtroppo negletta ai governi e alle istituzioni”, ma non è mai troppo tardi per raccogliere questo messaggio e soprattutto per metterlo finalmente in pratica!

BIBLIOGRAFIA

1-https://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/cronaca/puberta-precoce-1.4573375
2- https://www.minambiente.it/pagina/il-decalogo
3- Mauri José Piazza Almir Antônio Urbanetz Environmental toxins and the impact of other endocrine disrupting chemicals in women’s reproductive health JBRA Assist Reprod. 2019 Apr-Jun; 23(2): 154–164.
4- Hueiwang Anna Jeng Exposure to Endocrine Disrupting Chemicals and Male Reproductive HealthmFront Public Health. 2014; 2: 55
5- Mehrpour O,  Karrari P, Zamani N, et al. Occupational exposure to pesticides and consequences on male semen and fertility: A review Toxicol Lett. Oct15;230(2):146-56. 2014
6- Melgarejo M, Mendiola J, Koch HM et al.  Associations between urinary organophosphate pesticide metabolite level reproductive parameters in men from an infertility clinic. Environ Res.  Feb;137:292-8. 2015
7- Rocheleau CM, Romitti PA, Pesticides and hypospadias: a meta-analysis. J Pediatr Urol. Feb;5(1):17-24. 2009
8- Christensen JS, Asklund C, et al Association between organic dietary choice during pregnancy and hypospadias in offspring: a study of mothers of 306 boys operated on for hypospadias J Urol. Mar;189(3):1077-82. 2013
9- Cooney MA, Buck Louis GM, Hediger ML et al Organochlorine pesticides and endometriosis. Reprod Toxicol Nov;30(3):365-9. 2010
10- Upson K, De Roos AJ, Thompson ML, Sathyanarayana S et al. Organochlorine pesticides and risk of endometriosis: findings from a population-based case-control study Environ Health Perspect.  Nov-Dec;121(11-12):1319-24. 2013.
11- http://www.isde.it/wp-content/uploads/2017/03/Brochure-Difendi-la-tua-gravidanza-ISDE-Italia.pdf