Ecosistema

La farfalla di San Piero vola dall’Isola d’Elba a Southampton

La Zerinthia Cassandra, detta farfalla di San Piero (foto Leonardo Dapporto)
La Zerinthia Cassandra, detta farfalla di San Piero (foto Leonardo Dapporto)

Sarà presentata la ricerca di un team di biologi toscani sulla Zerinthia Cassandra, specie endemica a rischio estinzione. Il mondo della ricerca sempre più affascinato dall’ecosistema insulare elbano.

ISOLA D’ELBA (Li) – Quella che è stata battezzata la farfalla di San Piero (la Zerynthia Cassandra elbana) e l’esperienza del Santuario delle Farfalle Ornella Casnati dell’Isola d’Elba saranno protagoniste di uno dei più importanti appuntamenti scientifici mondiali sui lepidotteri: il simposio della Butterfly Conservation Unit, dal 6 all’8 aprile alla Southampton University, in Gran Bretagna. Un team di biologi dell’Università di Firenze presenterà la ricerca “Identificazione delle caratteristiche ottimali delle piante ospiti per preservare una popolazione insulare minacciata di Zerinthia Cassandra”.

Nell’abstract della ricerca gli studiosi toscani sottolineano che «La Zerynthia Cassandra vive in due sole isole, l’Elba e la Sicilia. (…) La popolazione elbana è ad alto rischio di estinzione perché vive in una piccola area di circa 4 km quadrati soggetta a frequenti incendi e in gran parte fuori dal perimetro del Parco Nazionale».

Impedire la definitiva scomparsa della Cassandra è diventato così l’obiettivo dei biologi. La prima fase del progetto si è articolata in due tappe: la prima, censire la popolazione superstite di farfalle; la seconda, studiare le caratteristiche delle piante e dei luoghi che favoriscono la deposizione delle uova e la crescita delle larve. E tra le piante ne è stata individuata una,  l’Aristolochia, che si presta molto bene allo scopo.

E’ da qui che parte la fase successiva del progetto. Si tratterà di effettuare, già dalle prossime settimane, piccoli interventi per migliorare i siti di Aristolochia e renderli più adatti alla deposizione delle uova: in particolare la pulizia dei margini dei sentieri da rovi e arbusti, così da aumentare l’esposizione al sole delle piante e renderle attrattive. L’operazione dovrà svolgersi nei mesi invernali, prima che le piante germoglino e la Cassandra ricominci a volare.

Insomma, la “farfalla di San Piero” sta continuando a suscitare grande interesse scientifico e le iniziative e gli studi scaturiti dal Santuario delle farfalle e dal sostegno dato alla ricerca da Legambiente e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano hanno portato a importanti scoperte che potrebbero consentire di salvaguardare specie e sottospecie rare. Il mondo della ricerca internazionale è sempre più interessato e affascinato dall’ecosistema insulare elbano e dalla sua misteriosa vita, delle quali nulla si sapeva prima che venisse scoperta la farfalla di San Piero.

Fonte: Legambiente Arcipelago Toscano

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