Ecosistema

La laguna di Orbetello invasa dai granchi blu, chiesto lo stato di emergenza

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Confcooperative Fedagripesca Toscana: “Specie aliena che divora tutto, danni incalcolabili all’ecosistema e all’economia della pesca”.

 

di Iacopo Ricci
25 luglio 2023

ORBETELLO (Gr) – La laguna di Orbetello e tutta la costa sono invase dia granchi blu, una specie aliena priva di predatori in natura che divora tutto quello che trova. La proliferazione eccessiva di questo granchio di origine atlantica, che distrugge molluschi e pesci, è favorita dal cambiamento climatico in corso. Un’emergenza che ha già toccato gli allevamenti di vongole, cozze e ostriche dell’alto Adriatico, con danni di oltre il 50% sulle produzioni, e adesso ha investito in pieno la laguna di Orbetello, nel sud della Toscana.

Le associazioni degli itticoltori, a cominciare da Confcooperative Fedagripesca Toscana, adesso chiedono al Governo misure urgenti per arginare un fenomeno sfuggito di mano in breve tempo. “Un anno fa erano appena centinaia – osserva Pierluigi Piro, presidente della Cooperativa Orbetello pesca lagunare – mentre ora sono quintali. Attaccano i nostri pesci e le strutture per la pesca. Mangiano le orate più piccole, oltre a vongole e cozze, che sarebbero proprio gli alimenti delle orate, creando un cortocircuito alimentare. Anche la pesca delle anguille è già diminuita del 30%, perché recidono tutte le reti. Abbiamo bisogno di risposte urgenti dal ministero dell’Agricoltura e di sostegni economici”.

I danni all’ecosistema e all’economia della pesca sarebbero incalcolabili. “Sono molto aggressivi e mangiano tutto quello che trovano – spiega Andrea Bartoli, vicepresidente e referente pesca Confcooperative Fedagripesca ToscanaI pesci d’allevamento rischiano di essere decimati in poco tempo, ma è a forte rischio anche tutta la costa. Stanno devastando un habitat in cui non sono nati, perché non sono tipici del Mediterraneo ma qui hanno trovato condizioni favorevoli per proliferare”.

Le associazioni degli itticoltori chiedono dunque di convocare urgentemente un tavolo tecnico con la Regione e, come conseguenza, la dichiarazione dello Stato d’emergenza da parte del Governo, così come è accaduto nell’alto Adriatico per il medesimo problema.

Le contromisure, peraltro, si preannunciano complicate. “Ci troviamo davanti a una specie nuova che stiamo studiando adesso – conclude Pierluigi Piro -. L’unico modo pare essere quello di pescarli tutti, ma poi si pone anche il problema dello smaltimento, perché hanno un mercato ancora ristretto. In vita mia non ho mai assistito a un fenomeno del genere. Se non reagiamo in fretta distruggeranno il nostro ambiente e la nostra economia”.

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