Ecosistema

La Maremma dice addio a Pocahontas, il falco pescatore più prolifico d’Italia

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Pocahontas (foto Progetto Falco Pescatore)

Viveva dal 2015 nella Riserva naturale della Diaccia Botrona con il compagno Geronimo. L’ha seguita per anni il team del Progetto Falco Pescatore.

 

di Iacopo Ricci
3 marzo 2023

GROSSETO – Con il compagno Geronimo (abilissimo pescatore) ha formato senza dubbio la coppia più prolifica da quando il falco pescatore è tornato a nidificare in Italia nel 2011. Ma ormai le probabilità che Pocahontas sia viva sono minime. La sua casa era la Riserva naturale della Diaccia Botrona, in Maremma. Da lì si spostava poco, e comunque mai nel periodo riproduttivo. Invece i ricercatori del Progetto Falco Pescatore (il team che dal 2006 lavora per favorire il ritorno di questo rapace raro e minacciato) non la vedono più da dicembre.

Pocahontas ha dato un contributo preziosissimo alla conservazione del falco pescatore in Italia. Dal 2015 al 2022, fanno sapere i ricercatori, in 8 nidificazioni ha deposto 28 uova, quindi una media di 3,5/anno e ben 4 “quaterne” consecutive negli ultimi 4 anni. Di queste se ne sono schiuse 22 e si sono involati 18 giovani che sono il 24% del totale di quelli involati in Italia dal 2011 (in totale 74).
Non si sa di preciso quanti anni avesse ma, considerato che si è riprodotta per la prima volta nella Diaccia Botrona nel 2015, oggi dovrebbe avere almeno 11/12 anni, ma probabilmente di più.

Dal 2015 il Progetto Falco Pescatore ha sempre seguito Pocahontas nel periodo riproduttivo grazie alle telecamere installate sui nidi della Diaccia Botrona e a osservazioni sul campo. Nel 2016 si era riusciti a catturarla e ad applicare un trasmettitore satellitare che ha consentito di seguirne gli spostamenti fino a ottobre del 2019, quando la batteria si è esaurita. Anche in questo periodo è stata molto fedele alla zona della Diaccia Botrona tranne alcuni brevi spostamenti verso la laguna di Orbetello e il parco della Maremma. E dunque l’ipotesi che non sia più viva è quasi una certezza. I ricercatori: “Nonostante possa apparire poco scientifico le eravamo tutti affezionati e ci mancherà anche per le tante emozioni che ci ha fatto vivere in questi anni di ricerca”.

Il ritorno del falco pescatore in Italia

Fino a pochi anni fa il falco pescatore in Italia era estinto come nidificante dal 1969. In Toscana l’ultima nidificazione documentata risaliva al 1929, isola di Montecristo. Solo grazie al Progetto Falco Pescatore, iniziato dal presidente di Federparchi Giampiero Sammuri nel 2006 quando era presidente del Parco regionale della Maremma, ha nuovamente iniziato a nidificare.
Il progetto coinvolge il Parco Regionale della Maremma, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Parco Regionale Porto Conte in Sardegna, il Parco Nazionale dell’Asinara e il Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Ma la prima idea di ricostituire una popolazione nidificante di falco pescatore nel Parco della Maremma, sviluppata con il Parco regionale della Corsica, risale al 2002.

Le strategie di ripopolamento hanno funzionato perché proprio nel Parco della Maremma, vicino alla foce dell’Ombrone, nel 2011 si è avuta la prima nidificazione su suolo italiano dopo 42 anni. Poi, con l’aiuto dei nidi artificiali allestiti sia dal WWF che dai tecnici del Parco regionale della Corsica, sono arrivate altre coppie che hanno deciso di fermarsi.
Oggi delle 8 coppie nidificanti in Italia 7 sono in Toscana: una al Parco della Maremma, due alla riserva regionale della Diaccia Botrona (Castiglione della Pescaia), una nell’oasi WWF di Orbetello, una in quella di Orti Bottagone (Piombino), una nell’isola di Capraia e l’ultima nella Riserva naturale Duna Feniglia in Maremma.

Una delle coppie che hanno nidificato in Maremma (foto Progetto Falco Pescatore)
Una delle coppie che hanno nidificato in Maremma (foto Progetto Falco Pescatore)

 

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