Ecosistema

La tartaruga “Ruga” e i suoi 1000 chilometri di viaggio

La liberazione della tartaruga (Foto ARPAT)
La liberazione della tartaruga (Foto ARPAT)

La tartaruga Caretta caretta dopo 81 giorni dalla sua liberazione alle Secche della Meloria (LI) ha già percorso 1047 Km, arrivando fino al golfo di Napoli.

LIVORNO – A 81 giorni dal suo rilascio alle Secche della Meloria la tartaruga “Ruga” ha già percorso più di 1.000 chilometri, arrivando fino al golfo di Napoli.
Qualcuno forse ricorderà la storia. Una tartaruga Caretta caretta era stata catturata accidentalmente da una rete a strascico il 10 maggio di quest’anno vicino a Vada (Livorno). Grazie alla sensibilità dei pescatori, che avevano attivato la rete regionale di recupero, era stata trasferita dal Settore Mare di ARPAT presso l’Acquario di Livorno. Qui “Ruga”, così l’avevano chiamata, aveva ricevuto le cure di un team di specialisti riuscendo infine a rimettersi in forma. Il 20 settembre, la liberazione  alle Secche della Meloria con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Livorno.
Ma prima di rilasciarla in mare aperto le sono stati applicati una targhetta metallica e un trasmettitore satellitare ARGOS, che hanno permesso di seguirla in tutti i suoi spostamenti.

La marcatura (foto ARPAT)
La marcatura (foto ARPAT)

Dai dati trasmessi risulta che al 18 dicembre, 81 giorni dopo la sua liberazione, la tartaruga ha già percorso 1.047 chilometri, arrivando fino al golfo di Napoli e poi dirigendosi nuovamente verso nord; attualmente si trova quasi al confine tra Lazio e Toscana.
E’ stato possibile studiarne anche le abitudini. Di solito non si allontana molto dalla costa: solo in due casi si è avventurata più al largo, a 30 miglia dall’Isola del Giglio e a 25 da Ventotene.

La trasmettente di Ruga è stata settata per trasmettere per 16 ore al giorno (quindi con 8 ore di silenzio) per risparmiare la batteria e consentire quindi di avere più dati a disposizione. I dati grezzi ottenuti da Argos saranno filtrati seguendo specifiche procedure  per poi procedere ad elaborazioni dettagliate, per esempio sulla velocità di spostamento dell’animale nel momento in cui cesserà la trasmissione.

Fonte: ARPAT

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