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Migrazioni forzate e aumento della povertà, la crisi climatica non perdona

Crisi climatica e povertà

Sant’Anna di Pisa: “Di questo passo l’86% dei Paesi diventerà più povero”. Per Legambiente entro il 2050 216 milioni di persone rischiano di dover migrare.

 

Redazione
18 ottobre 2022

PISA – Secondo gli ultimi dati del dossier di Legambiente Migranti ambientali, gli impatti della crisi climatica, entro il 2050 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a spostarsi. Oltre il 40% della popolazione mondiale vive in contesti di estrema vulnerabilità ai cambiamenti climatici.

Secondo l’International Panel on Climate Change (Ipcc) sono ben 127 i rischi che riguardano gli insediamenti, le infrastrutture, l’economia, le strutture sociali e culturali, la sicurezza idrica e alimentare, la salute e il benessere degli individui, gli sfollamenti e le migrazioni.
Tra le macroregioni più a rischio l’Africa occidentale, centrale e orientale, l’Asia meridionale, l’America centrale e meridionale, i piccoli stati insulari in via di sviluppo e l’Artico. Intanto nel mondo, a fine 2021, oltre 89 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e altre motivazioni: parla chiaro l’ultimo rapporto statistico annuale dell’Unhcr Global Trends.

A ciò si aggiunge che siccità e precipitazioni estreme sono dannose soprattutto per le persone più povere. Questo è uno dei principali risultati di uno studio curato da ricercatori e ricercatrici dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna.

Combinando 40 anni di dati su variabili climatiche e di disuguaglianza di reddito per oltre 100 Paesi, lo studio dimostra che le anomalie di precipitazione hanno aumentato le disuguaglianze di reddito.Gli impatti sono notevolmente più forti nei Paesi che dipendono largamente dal settore agricolo, fino a 35 volte superiori se li compariamo con un Paese sviluppato. In queste aree, le persone meno abbienti spesso lavorano nel settore primario e la loro sussistenza dipende dalle piogge” sottolinea Elisa Palagi, autrice dello studio e ricercatrice dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna.

Piove sul bagnato: molto probabilmente il cambiamento climatico acuirà le disuguaglianze di reddito nel prossimo futuro” continua Matteo Coronese, altro autore dello studio. “Le nostre proiezioni non soltanto indicano che l’86% dei Paesi nel mondo diventerà più povero a causa del cambiamento climatico, ma anche che le disparità di reddito aumenteranno. Nel peggiore degli scenari, i Paesi che dipendono fortemente dall’agricoltura vedranno un aumento del 45% della disuguaglianza di reddito, esclusivamente come conseguenza di anomalie di precipitazione. Se consideriamo anche le anomalie di temperatura, l’aumento atteso arriva al 78%”.

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