Ecosistema

Nate all’Elba 103 tarturughe: premiati i protagonisti

L'assessore Federica Fratoni consegna il Pegaso
L'assessore Federica Fratoni consegna il Pegaso

Un evento straordinario e unico in Italia. 70 persone tra tecnici e volontari hanno lavorato per oltre due mesi perchè tutto andasse a buon fine.

La nascita della tartarughe (foto ARPAT)
La nascita della tartarughe (foto ARPAT)

ISOLA D’ELBA (LI) – Era accaduto nel 2013 sulla spiaggia di Scarlino e nel 2015 sulla spiaggia della Giannella, ma ciò che è accaduto all’Elba è tutta un’altra storia. Nella notte del 20 giugno 2017, alle ore 4.00 circa, tra gli ombrelloni di due Bagni a Marina di Campo (Isola d’Elba) viene segnalata la presenza di un grosso esemplare di Caretta caretta, intenta a scavare una buca nell’arenile a circa 13 m dalla battigia.

Si tratta di un evento straordinario, forse le particolari condizioni climatiche hanno spinto questo esemplare in uno dei punti di nidificazione più a nord del Tirreno, sulla costa sud dell’Isola d’Elba. Questa specie infatti normalmente depone le uova nelle spiagge del bacino del Mediterraneo centrorientale e principalmente lungo le coste della Grecia, della Turchia e Cipro, ma anche in Libia, Tunisia, Egitto, Israele, Siria e Libano.

 La sorpresa è stata immensa per il guardiano notturno del bagno, e il titolare della struttura ha prontamente avvisato l’Acquario dell’Elba, che ha allertato la Rete Toscana di recupero cetacei e tartarughe che fa capo all”Osservatorio Toscano per la Biodiversità (OTB) della Regione Toscana.
Un piccolo scavo ha confermato la presenza delle uova e a quel punto l’area è stata recintata e messa in sicurezza.

L’incubazione delle uova di tartaruga marina Caretta caretta varia mediamente tra 45 e 60 giorni. A partire dai primi giorni di agosto l’Osservatorio per la Biodiversità ha dato avvio al presidio del nido: una rete di volontari, una vera task force coordinata da Legambiente Arcipelago e TartAmare, con il supporto di tutto lo staff del bagno “da Sergio”, lo ha monitorato h24.
Per consentire ai nuovi nati l’entrata in acqua in tutta tranquillità e sicurezza il nido è stato circondato e protetto da una rete oscurante con la quale si è delimitato anche un corridoio fino al mare.

Il 12 agosto, 54°giorno di incubazione, i primi 4 piccoli di tartaruga sono emersi dalla sabbia e subito dopo, con un effetto da eruzione, altri 46 esemplari, tutti in buona salute, che hanno raggiunto il mare in pochi minuti. L’emersione dei piccoli si è protratta poi per ben 5 sere successive, sempre intorno allo stesso orario serale (tra le 21,00 e le 22,30) per un totale di 99 emersioni, mentre gli ultimi 4 esemplari vivi sono stati recuperati il 19 agosto, durante l’ispezione finale del nido.

Sono due i motivi che rendono così straordinario quest’evento: l’Isola d’Elba è per la nidificazione di questa specie uno dei siti più settentrionali che si conoscano nell’intero bacino del Mediterraneo; è stato possibile per la prima volta in Toscana  documentare tutto fin dall’inizio.

A conclusione di questa bella storia, che ha visto il lavoro silenzioso e un po’ nascosto di decine di persone, ieri 20 settembre è arrivato anche un riconoscimento ufficiale. Al termine di una mattinata di studio l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni ha premiato con cinque Pegasi, simbolo della Regione Toscana, i protagonisti: Riccardo Segnini del Bagno “da Sergio”, Legambiente Arcipelago, Associazione Tartamare, Yuri Tiberto dell’Acquario dell’Elba e Giampiero Sammuri, presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano.

 I NUMERI DELL’EVENTO
103 tartarughe nate vive, su un totale di 118 uova deposte;
87% la percentuale di successo della nidificazione.
77 mm la tartaruga più lunga e 35 mm la più piccola;
75 minuti il tempo massimo che ha impiegato una tartaruga che sembrava non vitale
a raggiungere il mare;
1 minuto la tartaruga più veloce;
6000 gli accessi alla webcam posta sul nido nel sito web del Parco dell’Arcipelago;
70 i volontari e tecnici impegnati in circa due mesi.

Fonte: ARPAT e Regione Toscana

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